23 dicembre 2024

Pubblicità: Google domina ma l’11% torna negli USA. E in Italia? Rimangono le briciole

Autore: Angela Taverna
Il mercato pubblicitario italiano vive sotto il dominio del colosso della Silicon Valley. I numeri che Google fa in Italia sono stratosferici: si parla dell’11% della fetta di mercato, con proventi netti che raggiungono i 2,19 miliardi di euro.

Arginare? È impossibile. Solo la Rai ci riesce, ma non dimentichiamo che dalla sua ha il gettito derivante dal Canone; difatti, nessuna rete televisiva privata, nessuna concessionaria di pubblicità riesce a tenere testa a Google.

Il colosso americano si prende quello che vuole, contribuendo pochissimo alle casse dello Stato. Il miliardo di euro versato per sanare la maxi-evasione fiscale, di cui si è dimostrata responsabile, sono briciole rispetto ai ricavi ottenuti.

Big G continua a pagare solo poche decine di milioni di euro di tasse, che rappresentano in realtà una percentuale irrisoria rispetto a ciò che dovrebbe versare.
Google prende, ma non lascia nulla sul piatto, e con quello che versa si garantisce soltanto un posto al banchetto del nostro mercato economico. Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate hanno dimostrato che il colosso ha evaso un’imposta (IRES) stimata in 108 milioni di euro su un imponibile di 400 milioni, senza dimenticare il mancato pagamento di royalties su beni immateriali per oltre 760 milioni di euro.

L’attività di Google è criptica e algoritmica: non restituisce nulla di ciò che prende, non investe, e si limita a pagare le sanzioni che le vengono irrogate. Ricordiamo i 306,6 milioni di euro di tasse versati sette anni fa per sanare contenziosi aperti da molti anni.

Nei vuoti normativi trovano rifugio le cattive intenzioni, ed è per tale motivo che serve con assoluta urgenza una tassazione specifica per i colossi del web. Non bastano compromessi o sanzioni, che rappresentano bazzecole per quei volumi economici: occorre andare oltre e pretendere che chi prende sia anche capace di restituire, sia in tasse che in investimenti. Pagare (sempre meno di quanto si dovrebbe), quando si è colti con le mani nella marmellata, non può e non deve essere una soluzione.
 © FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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