7 aprile 2018

Smart Working e Industry 4.0: i nuovi modelli di lavoro

Autore: Ketti Fisichella
Il principio fondamentale su cui si basava il "Management Scientifico" di Taylor consisteva nella rigida divisione fra lavoro intellettuale, lavoro manuale e nella parcellizzazione del lavoro manuale.

Come egli stesso scriveva: "L'attività di studio e di pianificazione della produzione spetta esclusivamente ad un apposito ufficio; il compito degli operai deve essere limitato all'esecuzione di mansioni predeterminate, scomposte con criteri scientifici in operazioni semplici e banali eseguite con utensili standardizzati ed in tempi cronometricamente stabiliti".

Questi concetti hanno trovato applicazione pratica nella produzione di massa, al cui sviluppo ha concorso in maniera decisiva l'industriale Henry Ford (da cui prende il nome il modello fordista).
La quarta rivoluzione industriale (Industry 4.0) sta contribuendo a superare definitivamente l'idea fordista del lavoro, si stanno sempre più elaborando nuovi modelli che implicano per il lavoratore nuovi mansioni, nuovi ruoli, nuove competenze ma anche innovazioni organizzative e tecnologiche e diversificate modalità e luoghi di esecuzione della prestazione lavorativa.

L'innovazione tecnologica e lo sviluppo ICT hanno imposto cambiamenti non solo in ambito organizzativo gestionale, ma anche sulla determinazione di ruoli e dinamiche di potere e sulla creazione di nuovi modelli relazionali.
In questo contesto si sta via via modificando non solo l'idea del “posto di lavoro per tutta la vita”, ma anche il concetto di “unico luogo di lavoro e orario fisso”.

Lo smart working assume pertanto un ruolo determinante nel radicale cambiamento e nella trasformazione delle organizzazioni in questa nuova epoca Industry 4.0.
Il cambiamento principale lo si rileva dalla innovata cultura aziendale, agli stili di management, agli ambienti di lavoro fisici; questo processo coinvolge leader, manager, dipendenti e collaboratori.

Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano intervistato per esprimersi in tema di smart working e concetto di produttività, dichiara: “fino a pochi anni fa la concezione degli uffici era ben diversa rispetto a oggi, c’erano dei confini ben delineati tra il lavoro e la vita privata, in ufficio si era raggiungibili solo alla postazione, e la produttività era determinata dal tempo passato alla scrivania.
Oggi è necessario riprogettare con intelligenza l’organizzazione del lavoro e per farlo bisogna adottare una nuova filosofia manageriale volta alla responsabilizzazione delle persone, che hanno come contropartita maggiore flessibilità e autonomia nel definire dove e quando lavorare e quali strumenti utilizzare. La produttività non è più lineare rispetto al tempo di permanenza in uno spazio”.

L’Industry 4.0 e lo Smart Working rimettono quindi al centro le persone nel luogo di lavoro, aprendo anche a nuovi dibattiti tra Management e Organizzazioni Sindacali per determinare e pianificare l'introduzione del concetto di flessibilità in termini di “ambiente di lavoro”, introducendo altresì nuovi strumenti informatici e pianificando investimenti su tecnologie e beni “4.0”.

Benessere e felicità diventano pertanto ingredienti fondamentali di una organizzazione dinamica perché flessibile e partecipativa e si rafforza sempre più la consapevolezza che accettare e agevolare i cambiamenti dell'ambiente di lavoro fa sentire il team più coinvolto e incentivato alla partecipazione.
Il lavoro agile consente dunque di riorganizzare il lavoro sulla base delle esigenze dei lavoratori e le necessità dell’azienda, facendo in modo che vita privata e vita professionale non siano tra loro incompatibili.

Tra i principali punti di forza dello smart working vi è l'aumento della qualità della vita dei lavoratori, grazie al work life balance, la riduzione del traffico e dell'inquinamento dovuto al miglioramento della mobilità urbana e l'aumento dell'efficienza per le aziende in quanto lavoratori soddisfatti e motivati ricambiano con maggiore efficienza, disponibilità e affidabilità nello svolgimento delle mansioni affidate.
Nei nuovi ambienti di lavoro “smart”, la sicurezza e l’integrità dei dati rappresentano però un requisito indispensabile.
Cloud e virtualizzazione sono la chiave per la creazione di una “filiera trusted”, la cosiddetta digital trust (fiducia digitale).

Strettamente correlati al tema security ci sono anche tutti gli aspetti connessi al GDPR (General Data Protection Regulation) che troverà piena applicazione a partire dal prossimo 25 maggio. Nell’era della digital transformation, il dato assume un ruolo più che mai centrale e ancor più centrale diventa il tema della sua gestione e della sua protezione.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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