Partendo dall’atto di indirizzo di politica fiscale 2021/2023, l’Agenzia delle Entrate intende accelerare il processo di digitalizzazione nel rapporto con il contribuente, estromettendo i Commercialisti che rappresenterebbero un “costo” in tale filiera fiscale. Ciò’ anche nella convinzione che la crisi pandemica ha fatto scoprire l’importanza del rapporto diretto fisco-contribuente attraverso lo Smart- working.
Faccio sommessamente notare che purtroppo non è stato, non è e non sarà così.
L’esperienza mi porta a ritenere viceversa che più il paese digitalizza e più il contribuente (anche giovane ed evoluto...) ha bisogno del supporto del Commercialista. Non c’è precompilato che tenga.
C’è viceversa una selva di norme e circolari esplicative da interpretare che solo l’intelligenza umana ( e non quella artificiale), potrà applicare al caso di specie.
Abbiamo svolto un ruolo più sociale che professionale nell’applicazione di tutti i decreti emergenziali, siamo stati anche fisicamente aggrediti dal contribuente (perché facciamo pagare troppe imposte), abbiamo letto ed applicato circolari di oltre 500 pagine datate fine Giugno 2021 per chiudere i dichiarativi 2020, supportato proroghe dell’ultim’ora calcolando e ricalcolando gli F24 con annesse telefonate impetuose dei clienti, anche noi ci siamo ammalati di Covid pur riuscendo sempre e comunque ad assolvere al nostro ruolo di cerniera tra fisco e contribuente.
L’abbiamo già detto molte volte e non ci stancheremo di ripeterlo : pretendiamo rispetto e considerazione per la nostra importante funzione nella società civile.
Chi non vuole riconoscerlo o è in mala fede o mente sapendo di mentire.
Stefano Sfrappa
Presidente Sindacato italiano Commercialisti