“Prevenire e gestire le difficoltà dell’impresa. Vademecum per le piccole e medie imprese”, è il titolo del documento predisposto dal Consiglio nazionale dei Commercialisti, con la Fondazione ADR commercialisti, l’Università di Firenze (con il coordinamento del professor Lorenzo Stanghellini) e la Fondazione CR del capoluogo toscano.
Il Vademecum, pubblicato ieri, si occupa di “assetti adeguati”, composizione negoziata e dialogo con i creditori finanziari. La pubblicazione rientra nelle aree di delega del Consiglio nazionale dei Commercialisti Funzioni giudiziarie e metodi ADR (consigliere nazionale delegato Giovanna Greco), Diritto societario (consigliere nazionale delegato David Moro) e Gestione della crisi d’impresa e procedure concorsuali (consigliere Pierpaolo Sanna). Il presidente e vice-presidente della Fondazione ADR Commercialisti sono Antonino Trommino e Maria Lucetta Russotto.
Il documento – Come spiegato dal suddetto documento in premessa, partendo dal presupposto che una visione ottimistica dell’imprenditore debba accompagnarsi all’attenzione nei confronti di tutto ciò che potrebbe mettere in difficoltà l’impresa, occorre considerare, al contempo, che anche cogliere tempestivamente i segnali di difficoltà, consente di porre in essere una serie di azioni che, proprio perché intervengono nell’immediato, spesso permettono di superare le difficoltà, evitando che sfocino in una vera e propria crisi.
Al fine, quindi, d’incentivare una gestione preventiva e proattiva delle difficoltà dell’impresa, in ragione dell’impatto che la crisi può avere, oltre che sull’imprenditore, anche sui terzi (dipendenti, creditori, clienti, lo Stato), recenti riforme sono intervenute in due direzioni:
- da un lato, richiedendo a tutti gli imprenditori (individuali e societari) di dotarsi di una struttura capace di rilevare tempestivamente ogni difficoltà economico-finanziaria;
- dall’altro lato, introducendo strumenti innovativi che l’imprenditore può attivare per gestire le difficoltà, una volta rilevate, con la collaborazione di alcune o tutte le sue controparti, in primo luogo i creditori. Tali strumenti, sono potenzialmente molto efficaci, anche e soprattutto quando vi si ricorre per tempo.
Lo scopo del documento in esame, definito “Vademecum” perché destinato agli imprenditori, è quello d’illustrare in modo sintetico le novità, con un linguaggio semplice e con specifico riguardo alle peculiarità delle piccole e medie imprese
Nello specifico, il Vademecum si sofferma ed approfondisce sostanzialmente tre argomenti:
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gli “assetti adeguati”. La legge, partendo dall’ovvia constatazione che le difficoltà dell’impresa, se non affrontate tempestivamente, possono arrecare danno anche a terzi, impone all’imprenditore di adottare una struttura organizzativa che funzioni da “sistema antincendio”, capace di rilevare tempestivamente i segnali di difficoltà e di consentire di reagire in modo efficace. Il Vademecum spiega in cosa consiste questa struttura;
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la composizione negoziata. Nel 2021 è stato introdotto un nuovo strumento, la composizione negoziata, la quale non è una “procedura”, ma un percorso che consente al debitore, in caso di difficoltà, di avviare, con l’ausilio di un esperto indipendente, una trattativa con i creditori e/o con le controparti contrattuali, al fine di trovare una soluzione concordata tutte le volte che sia possibile. In questo percorso il giudice entra solo se è il debitore a volerlo, per ottenere protezione da controparti impazienti o “aggressive”. Il Vademecum spiega in cosa consiste la composizione negoziata;
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il dialogo con i creditori finanziari. Le banche non sono creditori qualsiasi: non solo perché esse sono importanti per ogni tentativo di ristrutturazione, ma anche perché esse sono soggette a regole molto precise e stringenti che le limitano nel dialogo con il debitore. Se un’impresa in difficoltà vuole dialogare con le banche (e con i creditori finanziari in genere), essa deve conoscere queste regole, pena non comprendere le motivazioni e gli obiettivi dei suoi interlocutori. Il Vademecum, quindi, descrive in modo semplice le principali regole che le banche sono obbligate a seguire quando trattano con un cliente in difficoltà.
A completamento di quanto sopra esposto, è bene ricordare che, la maggior parte delle novità, derivano dall’entrata in vigore, il 15 luglio 2022, del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII), il quale conclude un percorso di modernizzazione delle regole sulla crisi d’impresa. L’obiettivo del CCII e delle norme collegate, infatti, è quello di spostare l’attenzione sul trattamento precoce della crisi, mediante la sua tempestiva rilevazione e mediante la sua gestione, quando possibile, con strumenti “leggeri” (basati in tutto o in larga parte su accordi con i creditori, senza il necessario intervento del tribunale).