1 febbraio 2013

CAOS FISCO... FUORI LA POLITICA!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari colleghi, in questi giorni di campagna elettorale tra gli argomenti su cui i vari politici tentano di far presa vi è certamente il fisco. E a dire il vero si tratta di uno dei temi più sentiti dagli italiani, alla luce soprattutto degli esorbitanti livelli raggiunti dalla pressione fiscale.

Qualche giorno fa si é svolto il solito appuntamento annuale di Telefisco. Stando a quanto diffuso dal quotidiano che ha organizzato l’iniziativa, la partecipazione è stata massiccia, tant’è che solo dal comparto professionale sono stati presenti nelle diverse sedi dislocate lungo la Penisola più di 100 mila professionisti.

La soddisfazione degli organizzatori è comprensibile, ma non deve farci dimenticare quello che secondo me è il motivo principale di tanta partecipazione: la scarsa chiarezza nel campo fiscale.

Come mai migliaia di professionisti, oberati da impegni e adempimenti, lasciano il proprio studio per seguire questi eventi? Per passare una giornata fuori dallo studio o magari per confrontarsi con i colleghi?

Ovviamente non escludo che ci possa essere anche una piccola percentuale di colleghi che approfitta dell'occasione per prendere un po' di respiro, tuttavia ritengo che il vero motivo si al necessità di far di chiarezza sui molteplici adempimenti e novità che oramai da diversi anni tartassano i professionisti.

Ecco allora che l'esigenza di partecipare è giustificata dalla volontà di apprendere in diretta i chiarimenti forniti dai rappresentanti dell'Agenzia delle Entrate. E tutto ciò non fa che dimostrare, ancora una volta, che nonostante gli anni di riforme, il problema di sempre rimane identico e immutato: il Fisco è lungi dall’esser snello, anzi è di giorno in giorno più complicato e aggrovigliato ad adempimenti affatto facili da gestire.

Il caos normativo, sul quale sarà necessario intervenire nuovamente, ha difatti impedito alle buone intenzioni dimostrate qualche mese fa dalla stessa Amministrazione Finanziaria di apportare i richiesti alleggerimenti del pesoburocratico.

Tali sono quindi le motivazioni che mi inducono a guardare con sospetto l’attuale spasmodico interesse al fisco dimostrato dalle diverse compagini politiche che si contenderanno il governo del Paese. Il fisco è un problema, a rivelarlo è la società in generale e, più nello specifico, i commercialisti. Posso affermare ciò basandomi, purtroppo, sulle numerose mail di protesta e disperazione che giungono in redazione da parte di colleghi indignati e stanchi. Pertanto, se i politici sono davvero interessati a quella che emerge ogni giorno di più come una vera e propria “questione fiscale”, allora che la smettano di usare questo tema per riempire i salotti televisivi e si rimbocchino le maniche per fare qualcosa di concreto, senza mettere ogni volta il bastone tra le ruote agli italiani al solo fine di guadagnare un misero voto in più. La problematica è evidente e non può divenire mera propaganda elettorale, ciò sia per quel che concerne la politica nazionale per la quale saremo tutti chiamati a decidere il prossimo 24 e 25 febbraio, sia in riferimento alla GOVERNANCE di categoria il cui rinnovo (il secondo!) ci attende il 20 febbraio.

Da entrambi i versanti pretendiamo concretezza e chiarezza, non ci servono le promesse! Ne abbiamo avute già tante!

La verità, in definitiva, è che questa gente occupata a elargire belle parole dimenticandosi di realizzare “fatti”, non è la stessa gente che vive la quotidianità, che conosce e affronta i problemi del Paese facendosene carico e cercando una via risolutiva. Noi commercialisti sappiamo bene cosa siano simili difficoltà e lo dimostra la massiccia partecipazione a eventi che possono darci chiarimenti, aiutarci a venir fuori dal labirinto che è oggi l’Italia. Perciò, in questi momenti mi viene in mente una frase simpatica, quanto vera, del comico americano George Burns, il quale sorrideva amaramente affermando che sia davvero “un peccato che le persone che sanno come far funzionare il Paese siano troppo occupate a guidare taxi o a tagliare capelli”. Mentre chi sa farlo andare a rotoli sta in Parlamento, o ha guidato la nostra categoria nel passato, aggiungerei io!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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