28 marzo 2013

CARO SICILIOTTI… SENZA SE E SENZA MA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, stanco e nauseato, come la maggior parte di voi, di questa telenovela che si consuma ai vertici della nostra categoria senza che vi sia alcuno spiraglio di luce, mi vedo costretto a fare alcune riflessioni dopo aver letto la missiva dell’ex presidente Siciliotti, con la quale chiedeva obiettività e giustizia.

Ritengo che i due princìpi posti in evidenza siano sani e condivisibili. Tuttavia sarebbe opportuno fare una precisazione in merito alla medesima lettera, dalla quale traspare una pecca sia in termini di obiettività che di giustizia.

Il mio disaccordo nei confronti delle scelte condotte dal nostro ex presidente è ben conosciuto da chiunque sia solito leggere questo quotidiano, pertanto non ho alcuna intenzione di ripercorrere il passato pur ritenendo necessario esternare chiare considerazioni su quanto Siciliotti ha avuto l’ardire di pretendere.

Eccoci qui, caro Claudio, finalmente al cospetto delle tue opinioni sulla gran baruffa che sta coinvolgendo il Consiglio Nazionale. E proprio a quelle mi accingo a formulare le mie personali risposte.

In primo luogo, tu sostieni la regolarità delle elezioni dello scorso 15 ottobre che ti avrebbero quindi visto vincitore. Ma sai bene che, come nelle stesse ordinanze da te più volte menzionate, l’irregolarità di una lista non fu l’unico problema che causò l’annullamento degli esiti elettorali, in quanto a quello si aggiunse il fatto che permettesti agli Ordini commissariati di Enna e Bari la partecipazione alle operazioni di voto. Ciò decretò in effetti l’ottenimento da parte della tua lista di quel numero di preferenze in più che ti avrebbe potuto decretare quale vincitore. Tuttavia, lo ripeto, quei Consigli direttivi “forse”, ormai commissariati non potevano esprimersi e il tuo Consiglio Nazionale avrebbe dovuto provvedere affinché tutto si svolgesse in maniera regolare.

Premesso tutto ciò, con l’inoltro dei famigerati ricorsi hai di fatto, a prescindere dalle tue considerazioni, causato l’impasse nella quale siamo finiti. Le sentenze non sono forse contestuali alla presentazione del gravame? E non è forse stata richiesta la sospensione delle elezioni del 20 febbraio che ci avrebbero potuto dare un nuovo presidente e un nuovo Consiglio Nazionale?

E poi arriviamo al ‘passo indietro’ che, come da te più volte sottolineato, avresti già fatto da ben tre mesi. Ecco, sebbene giunto un po’ in ritardo, il tuo passo indietro avrebbe sortito un effetto diverso se non fosse stato accompagnato dai vari ricorsi presentati, che ne hanno affievolito i meriti e l’importanza. A ciò si aggiunge poi il nuovo ‘passo indietro’ del quale hai fatto annuncio, che in realtà ha l’amaro sapore del ricatto. Con il ‘ritiro condizionato’ hai perso l’ennesima (forse l’ultima?) occasione di lasciare un buon ricordo.

Si badi che non ho intenzione di entrare nel merito delle tue richieste, che possono essere condivisibili se si adotta il tuo punto di vista. Ciò che vorrei sottolineare è invece la formula da te adottata per esprimere simili istanze. In sintesi, abbandoni il campo solo se tutti gli altri fanno come dici tu. E a me viene in mente il compagno di giochi che, tornandosene a casa, si porta dietro il pallone impedendo a tutti gli altri di continuare la partita.

Reclami dagli altri il ‘ritiro incondizionato’, non essendo tu stesso in grado di garantirlo. Pretendi una lista unitaria con il consenso della maggioranza degli Ordini, che è una saggia scelta, ma non deve essere imposta da te. Esigi il plauso per l’operato da te condotto in seno al Consiglio Nazionale, ben sapendo però di aver più volte mancato al tuo mandato di rappresentanza. È chiaro quindi che dimentichi che non sei tu il deputato a dettare le condizioni, poiché quelle dovranno essere stabilite dagli unici soggetti detentori del potere decisorio: gli Ordini locali. È questa, in definitiva, l’unica ‘condizione’ posta anche dagli attuali contendenti (tra i quali v’è anche il collega che si è preso sulle spalle la tua ex squadra e al quale proprio tu hai messo il bastone fra le ruote contribuendo alla sospensione delle consultazioni).

Caro ex presidente, quindi, riconosco la tua dote oratoria e mediatica, eppure credo che in determinate occasioni sia più proficuo tacere. Ti auguro pertanto una Buona Pasqua, con l’auspicio che possa essere per te portatrice di altre e differenti meditazioni. Magari più utili alla categoria!

E per concludere mi rivolgo a coloro i quali in questo momento si trovano nelle condizioni di imprimere una svolta alla intricata vicenda: se avete a cuore le sorti di ciò che ormai resta della categoria e se avete sentore che un vostro passo indietro possa permettere non dico un passo in avanti della categoria ma possa anche solo dare prova che il cuore della categoria ancora batte allora FERMATEVI, la categoria tutta ve ne sarà grata.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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