10 agosto 2015

COMMERCIALISTI - AUTOTRASPORTATORI E REPUBBLICA DELLE BANANE

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
temevo che il caldo estivo avesse colpito me, ma osservando quel che accade in campo fiscale, temo che la calura stia imperversando in altri lidi.

Avrete sicuramente tutti notato l'ennesima beffa subita relativamente alle deduzioni degli autotrasportatori, in merito alle quali con un comunicato stampa del 2 luglio si modificavano gli importi utilizzati per il 2013 e ancora, non contenti, con successivo comunicato stampa, pensate un pò datato 6 agosto, sono stati ulteriormente modificati gli importi.

Mi chiedo come si possa promettere un fisco più semplice e la certezza del diritto facendo di queste promesse l'arma per attirare imprese in Italia, quando cambiano continuamente le carte a tempo scaduto e con effetti retroattivi?

Ma in che Paese viviamo, dove si esige rispetto delle regole, delle scadenze, nessuna leggerezza ci è consentita e se sbagli paghi, mentre poi quando sbaglia l’Amministrazione tutto è concesso?

Che razza di Paese è quello in cui lavori notte e giorno, oramai per coprire solo i costi (se riesci) dopo aver fatto le nottate per tentare di chiudere le dichiarazioni, quando poi a tempo scaduto, cioè il 6 agosto, ti cambiano ancore le regole del gioco?

Noi professionisti, in primis, e i contribuenti, a seguire, possiamo ancora sopportare simili cose? Come si fa con gli slogan e le slide a promettere norme certe e semplici per un fisco amico, laddove poi i fatti dicono il contrario?

È mai possibile continuare a lavorare in queste condizioni? Dopo aver tentato di chiudere le dichiarazioni, rinchiusi in ufficio giorno e notte, domeniche comprese, magari dopo aver promesso alla famiglia di trascorrere qualche giorno di ferie insieme, bisogna riaprire le dichiarazioni perché sono state modificate le deduzioni degli autotrasportatori, che a loro volta erano state già soggette a cambiamenti lo scorso 2 luglio e con effetto retroattivo ovviamente!!

Pensate, ormai legifera l’Agenzia delle Entrate con i comunicati!

No, non è più possibile tutto ciò! E' ora di dire BASTA.... Qualcuno mi definisce populista, ma a questo punto vi dico che me ne vanto! Meglio essere populista che suddito!

Anche perché non è populismo il mio, bensì indignazione. Proprio qualche anno fa il diplomatico tedesco Stéphane Hessel scrisse che “il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire ‘io non posso niente, me ne infischio’. Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza”. Io voglio continuare a sentirmi uomo e cittadino, pertanto ogniqualvolta mi si presenterà un’ingiustizia tanto palese nel mio campo, allora state certi che continuerò ad indignarmi anche a costo d’esser tacciato nuovamente come populista!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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