8 novembre 2013

FASSINO SCOPRE IL PESO DELLE TASSE

a cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

l’inverno avanza impetuoso e con esso continuano a farsi avanti nuovi adempimenti fiscali, aumenti di aliquote e diversi aggravi ai quali imprese e contribuenti devono far fronte, nel silenzio e nell’inoperosità delle forze politiche e di governo. Gli unici interventi finora attuati o messi in cantiere, più che sollevarci dagli aggravi fiscali e tributari, ci hanno maggiormente appesantiti, relegandoci tra i più tartassati d’Europa senza avere, come contropartita di un’elevata pressione fiscale, dei servizi elevati al livello di versamenti che quotidianamente devolviamo all’erario.

Per l’anno in corso, ad esempio, abbiamo lavorato per il fisco fino al 12 giugno. Il 2013, almeno per il momento, è stato uno degli anni più duri per quel che concerne la pressione fiscale. Sono infatti serviti ben 162 giorni per potersi adeguare in maniera regolare alle richieste tributarie e contributive. Anzi v’è da dire che a farne le spese sono stati i più onesti, quelli che hanno sempre versato le tasse, le imposte e i contributi con puntualità: per questi soggetti il giorno della libertà fiscale è arrivato il 16 luglio. In pratica, per buona metà dell’anno, chi più chi meno, abbiamo tutti faticato duramente per pagare le tasse. E se il 2013, con questi dati, è risultato l’anno più difficile, cosa ci riserverà il 2014? Le premesse non fanno sperare in nulla di buono!

Purtroppo per il prossimo anno è atteso un aumento complessivo di 1,1 miliardi di euro, dovuto esclusivamente alle disposizioni contenute nel disegno di legge sulla stabilità che al momento sta seguendo l’iter parlamentare. Una previsione, questa, che anche da sola risulta abbastanza eloquente, soprattutto se si considera che gli ultimi interventi del governo Letta erano stati presentati come tax free. Ebbene, in effetti qualcosa tolgono, ma alle riduzioni fanno seguito degli aggravi che risultano maggiori. Nel dettaglio, si calcola che il prossimo anno ci saranno nuove imposte per un importo totale di 6,227 miliardi di euro. Nel contempo vi sarà una riduzione di tasse e contributi da versare all’Erario pari a 5,119 miliardi di euro. Risulta chiaro che la differenza tra riduzioni e aumenti sia di 1,108 miliardi di euro in più da pagare. Per non parlare poi della seconda rata Imu, per sopprimere la quale sarebbe necessaria una copertura di 2,4 miliardi di euro che, così come stanno le cose, il governo non troverà mai. Tuttavia pagare questa seconda rata dell’imposta municipale sugli immobili significherebbe devolvere all’Erario l’intera tredicesima!

In tutta franchezza, questo concetto di tax free non mi piace affatto!

Eppure non dobbiamo scoraggiarci, perché in questo marasma di incomprensioni qualcuno che ci capisce si trova sempre! Infatti è proprio degli ultimi giorni l’intervento del sindaco di Torino, nonché presidente dell’Anci, Piero Fassino, che si è accorto del peso fiscale posto sulle spalle dei contribuenti, siano essi aziende o semplici cittadini. Secondo il primo cittadino del capoluogo piemontese, ‘attento’ e ‘puntuale’ osservatore della società, le aziende e i cittadini sono le prime vittime “delle tante storture del sistema fiscale”. I comuni non sarebbero altro che l’ultimo anello della catena, chiamati ad applicare le decisioni prese a Roma. Ben venga questa posizione, capisco che i comuni nel caso dell’aumento del 20% della tassa sui rifiuti non possano farci niente, perché è questa la disposizione. Ma prima? Quando c’era da decidere? Dov’erano tutti questi simpatici rappresentanti del popolo? Ora sono in prima linea a far cassa, prima erano nelle retrovie ad accogliere le decisioni centrali con tacito consenso. Finalmente Fassino si è accordo del ‘disagio fiscale’, lo chiama così. Beh, benvenuto nella confraternita di quanti, da mesi se non addirittura anni, stanno denunciando l’asfissia dei cittadini/contribuenti, oppressi quotidianamente da un Fisco che esige sempre di più! E il sindaco torinese si sofferma anche sulla piaga Imu seconda rata. Sul punto ancora nessuno sa che pesci prendere, intanto però l’unica certezza è che sicuramente dovremo pagare. Sì, ma come? E quanto? Ecco, per fortuna Fassino ci concede una strizzatina d’occhio… una stretta di mano… un ammiccamento? Non so, fatto sta che anche lui ha riconosciuto quale ‘stortura inaccettabile’ il fatto che i comuni stiano approvando solo ora i bilanci del 2013.

Bene! Però mi chiedo: se tutti, governanti e politici, riconoscono il disagio, intravedono la stortura, com’è che nessuno si è dato da fare per risolvere l’impasse, per raddrizzare il percorso? Voglio sperare che non siano solo parole, che non si tratti di contentini dati in pasto ai lettori (elettori!). Abbiamo bisogno di certezze!

Siamo stanchi di dichiarazioni buttate lì, senza che alle stesse facciano seguito interventi risolutivi.

Solo un mese fa il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, riconosceva l’esistenza del fenomeno di ‘evasione da sopravvivenza’. Io per primo ho preso atto di questo cambiamento nella posizione del numero uno dell’Amministrazione Finanziaria. Ho accolto con favore le sue parole, sperando che alle stesse avrebbe fatto seguito qualche decisione concreta in merito. Ebbene, sono ancora in attesa! Perché in realtà non è successo proprio niente. Siamo sempre al punto di partenza: loro parlano e noi paghiamo.

Lo scrittore Elias Canetti sosteneva che “nell'oscurità le parole pesano il doppio”, i nostri politici, governanti e rappresentanti di turno dovrebbero tenerlo presente. Il buio della crisi ci rende vulnerabili e ci spinge a credere che quello che dicono possa essere vero… peccato poi che i fatti dimostrino il contrario!
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