19 marzo 2021

Fondo perduto Sostegni: piove (poco) sul bagnato

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Cari amici, la coperta è corta, troppo corta, ed il tanto atteso decreto Sostegni messo alla prova dei fatti potrebbe rivelarsi assai deludente.

Dopo una falsa partenza, dovuta alla diffusione di una bozza del decreto che metteva a confronto gennaio e febbraio 2021 con i medesimi mesi del 2019, poi prontamente smentita, la strada tracciata pare proprio che sarà quella di sostenere le aziende e, per una volta, anche i professionisti, che abbiano conseguito un calo di fatturato nel 2020 rispetto al 2019. A partire da questo presupposto, sono poi partite enne “indiscrezioni”, sia sul calo minimo di fatturato richiesto, inizialmente pari ad un terzo, ovvero 33,33%, seguito dal più recente 30%, sia sulla quantificazione del sostegno, immaginato sotto forma di percentuale, decrescente al crescere del fatturato. Inoltre, il sostegno dapprima doveva essere concesso per fatturati fino a 5 milioni, poi tale soglia è salita a 10 milioni.

Quanto alle percentuali, prima si parlava di quattro fasce, poi salite a cinque a seguito dell’innalzamento del tetto massimo; tali fasce dovevano definire le percentuali da applicarsi calo di fatturato medio mensile, moltiplicato per due, ed essere pari al 30% fino a 100mila euro, 25% tra 100mila e fino a 400mila, 20% oltre 400mila e fino ad un milione, 15% oltre un milione e fino a 5 milioni e 10% oltre 5 milioni e fino a 10milioni.

Poi, tali fasce sono state raddoppiate: 60% per le imprese fino a 100mila euro, 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, 30% tra 1 e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni. Ma, attenzione, non cambia proprio nulla nel risultato finale, poiché se la percentuale raddoppia, al tempo stesso la base dati si dimezza: non più due mensilità medie, bensì solo una.

Dovrebbero comunque essere confermati i valori minimi (1.000 euro per le ditte individuali, e 2.000 euro per le società), ed essere introdotto il tetto massimo di 150mila euro di contributo, da accreditarsi in conto o usufruire in compensazione con modello F24 – scelta da esprimersi in sede di istanza.

Tanti numeri, tante cifre, tanti potenziali beneficiari visto che, finalmente, anche i professionisti vengono presi in considerazione, ma la domanda che mi sono posto, ed alla quale ho cercato di dare una risposta tramite il centro studi di Fiscal Focus, e che vi pongo al fine di confrontarmi con una base dati ancora più ampia, è la seguente: quanti beneficeranno effettivamente delle somme, e per quale importo? E quale tipo di attività svolgono in prevalenza gli ammessi al sostegno?

Ebbene, da una serie di simulazioni effettuate su dati reali, la conclusione cui sono giunto è che piove sul bagnato, e comunque piove poco.

Mi spiego: qui si tratta di confrontare il 2020 con il 2019; il 2020 è stato senza dubbio un anno difficilissimo, ma non dobbiamo dimenticare che vi sono stati i primi due mesi di normalità, e un periodo intorno all’estate nel quale vi è stato un minimo di ripresa. Laddove ce lo fossimo dimenticati, saranno comunque i numeri a ricordarcelo, facendoci scoprire (non senza sorpresa) che i contribuenti che hanno raggiunto lo scostamento minimo non sono poi così tanti quanti immaginavamo.

Non solo, quelli per i quali il fatturato è calato nella misura richiesta appartengono, nella grandissima parte, a categorie che già hanno beneficiato di specifici aiuti, quali il settore turismo con il fondo Mibact, e la ristorazione ed in commercio, con i vari “Ristori”. Insomma, per quanto non si possa farne una affermazione valida in tutte le situazioni, piove sul bagnato, mentre moltissimi, seppure abbiano subito perdite in termini assoluti molto ingenti, restano alla finestra.

Ma concentriamoci sui beneficiari. A quanto ammonta il sostegno? Proviamo a fare due conti in tasca ad una piccola azienda.

Immaginiamo un fatturato 2020 di 30.000 euro, contro un fatturato 2019 di 80.000 euro, con un calo quindi ben oltre al richiesto scarto del 30%. La perdita media mensile è pari a 50.000 euro / 12 mesi, ovvero 4.167 euro. A questo valore in questo caso si applica la percentuale del 60%. Il sostegno ammonta quindi a 2.500 euro. Si, amici, avete letto bene: a fronte di una perdita di fatturato di 50.000 euro, il sostegno sarebbe “ben!” di 2.500 euro.

La conclusione di questa prima analisi è quindi tutt’altro che confortante. A giovarsi del sostegno saranno prevalentemente soggetti già beneficiari di aiuti precedenti, ed il contributo sarà comunque di importo irrisorio rispetto alle perdite subite.

Il tutto senza contare i numerosissimi casi di soggetti potenzialmente beneficiari, che nemmeno quelle somme vedranno, perché in presenza di perdite veramente rilevanti, alla luce degli aiuti insufficienti sinora forniti, e che continuano ad essere insufficienti, molti contribuenti nel frattempo hanno già chiuso i battenti.
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