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Generazione di schizzinosi?

A cura di Antonio Gigliotti

Giovani schizzinosi. E’ questo il tormentone che impazza su testate, siti e social network. E a lanciarlo è stato ancora una volta il ministro del Welfare, che ci ha ormai abituati a esternazioni di siffatto genere. Giovani schizzinosi, choosy, così ha detto, appellandosi poi a una cattiva interpretazione delle sue parole. Ma qualunque sia il senso che il ministro Fornero avrebbe voluto imprimere nel suo discorso, il risultato è che non può essere concesso così arbitrariamente di insultare i giovani italiani.

Abbiamo iniziato coi bamboccioni, approdando ai mammoni, fino agli sfigati e ora a questi schizzinosi italiani under trenta che, a parere di chi ci governa, starebbero lì a scindere le offerte di lavoro escludendo le meno vantaggiose in attesa del lavoro dei loro sogni. Prendete il primo treno, consiglia la Fornero. Ma non è forse quello stanno facendo i giovani d’oggi? Purtroppo però il primo treno che passa ha pochi zeri e, nei casi più fortunati, un contratto per provvigioni (forse il capo del welfare non ha mai sentito parlare dei call center popolati da studenti universitari o giovani laureati).

Ecco, ritengo che sia giusto esortare a darsi da fare, a non abbattersi, ma parlare di giovani schizzinosi, che con i paraocchi rifiutano il lavoro che c’è per seguire il sogno di quello che non c’è, beh… Mi pare al limite dell’assurdo!! Purtroppo i giovani d’oggi lo prendono il primo treno e nella gran parte dei casi è totalmente opposto a ciò per cui hanno sacrificato anni di studio. Il ministro forse avrà coscienza del fatto che non tutti sono fortunati come i suoi figli e quelli dei suoi colleghi, tutti sistemati al primo colpo in posti di prestigio. Ebbene, l’Italia è popolata di gente che si fa da sola, senza avere alcuna copertura dietro. Per il rispetto di queste persone, giovani d’oggi e di ieri, il capo del Welfare avrebbe dovuto riflettere un po’ di più prima di alimentare questa campagna fatta di sarcasmo e spocchia che il governo tecnico sta portando avanti da quando si è insediato.

Arroganza, quella del ministro, che ho avuto modo di leggere anche nella mia esperienza quotidiana, quando mi sono trovato innanzi a espresse lezioni di giornalismo e accuse circa un palese schieramento da parte mia. A volte, lo confesso, alcuni di questi “consigli” e “precisazioni” hanno avuto il tono e il sapore della minaccia gratuita e senza vergogna. Eppure è vero… Io sono di parte. Sono dalla parte della base, formata da professionisti che, come me, non erano certo figli di ministri, ma che hanno saputo mettere da parte la paura e si sono dati da fare. Sono dalla parte di quei colleghi che hanno speso anni e soldi a fare una gavetta dura quanto soddisfacente; esperienza, questa, che forse chi mi bacchetta non ha vissuto e lo dimostra il fatto che hanno tutti una gran paura di perdere la poltrona occupata.

Prendo così atto che la tecnica dello “sparare a zero su tutto”, ormai classico delle dichiarazioni del nostro governo, è divenuta una specie di un trend in voga tra i sedicenti esperti di qualsivoglia espressione professionale, d’informazione e di cultura. Ebbene, non posso che registrarlo come un dato di fatto, ma non lo accetto. Non accetto questi continui rimbrotti sia dal fronte governativo sia da quello personale. Credo che questa gente, illustre o meno, debba considerare, come affermava Balzac, che “la potenza non consiste nel colpire forte o spesso, ma nel colpire giusto”… E non mi sembra per nulla una giusta battaglia quella condotta verso giovani che cercano di costruirsi una strada o verso chi, come me, si è ritagliato con le proprie forze uno spazio per potersi esprimere liberamente e dare anche la voce a una base più volte dimenticata. Per questo concluderei affermando che “colpire giusto” significa anche individuare il problema… E qui, lasciatemelo dire, i veri problemi non li vuole vedere nessuno!!
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