6 luglio 2013

GLI AMICI SI AIUTANO, I NEMICI SI OSTACOLANO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

non è passata neanche una settimana da quando avevo sottolineato delle imprecisioni su alcune dichiarazioni del Direttore Befera. Ad oggi nulla è cambiato. Ultimo esempio è la risoluzione n. 47/E dello scorso venerdì 5 luglio, diffusa a ridosso della scadenza di pagamento delle imposte fissata per oggi 8 luglio.

In questo nuovo intervento dell’Amministrazione Finanziaria, emanato a pochi giorni dalla deadline per il versamento delle imposte (tre giorni comprensivi di fine settimana!!), si chiarisce che il contribuente in regime dei “superminimi” nel 2012 potrà recuperare le eventuali ritenute subite nel corso del 2012. Tale recupero potrà verificarsi già in sede di Unico 2013, potendo quindi tirare un sospiro di sollievo poiché decade l’obbligo di presentare istanza di rimborso, dunque anche la conseguente lunga attesa.

Si potrebbe essere più che soddisfatti da una simile decisione, che pare convogliata verso quell’ideale ‘Fisco amico’ illustrato dal Direttore Befera.

Mi dispiace però esser costretto a disilludere tutte le belle speranze che potrebbero legittimamente affiorare. La risoluzione in realtà, fa riferimento al recupero delle sole ritenute operate da parte di “banche o poste” all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la detrazione d’imposta, cioè per i bonifici relativi a interventi di recupero del patrimonio edilizio o per il risparmio energetico. Risulta chiaro, dunque, che se il superminimo per il 2012 ha subìto, magari erroneamente, delle ritenute che non siano state effettuate da banche o poste, bensì da un normale committente, per il presente superminimo non varranno le disposizioni emanate con la risoluzione n. 47/E/13!! Come potrà agire? Ebbene, non gli rimarrà altro da fare se non la sola presentazione dell’istanza di rimborso. In questo modo il contribuente pagherà sì il debito che risulta da Unico 2013, tuttavia non verrà messo nelle condizioni di poter scontare il suo credito!

Ecco, questo è l’ennesimo risultato di una gestione caratterizzata da proclami e slogan, ma che nel concreto finisce con l’essere poco operativa, per nulla snella e affatto vicina al contribuente o al professionista. Ma quale ‘Fisco amico’! Qui mancano le basi, ossia i fatti che costituiscono le fondamenta di un rapporto chiaro, semplice e rispettoso. L’Agenzia delle Entrate, nella fattispecie, sapeva già dell’anomalia. Allora perché intervenire a pochi giorni dalla scadenza e senza neanche risolvere completamente il problema? Demandando, tra l’altro, al professionista le interpretazioni estensive della risoluzione, con la speranza che queste possano magari valere anche per i contribuenti che hanno subìto erroneamente ritenute diverse da quelle indicate?

Tuttavia non siamo di certo nuovi al problema dei ritardi! Tale questione può essere indicata alla stregua del più grosso ostacolo nei rapporti Fisco/contribuenti. Proprio in riferimento al tema in oggetto, si può risalire a ritroso ricordando che l’errore nell’applicazione delle ritenute è stato generato proprio da un provvedimento attuativo “tardivo” del nuovo regime dei minimi arrivato in data 22 dicembre 2011, quando mancavano solo pochi giorni all’inizio del nuovo anno. Il provvedimento stabiliva che dal successivo 1° gennaio (quindi dal 2012) non vi sarebbe stata più alcuna ritenuta da applicare per tali soggetti. Il testo attuativo (riferito al D.L. 6 luglio 2011, n.98), pur essendo stato emanato il 22 dicembre, è stato messo a conoscenza il giorno dopo, il 23 dicembre. Ora, è vero che i professionisti non hanno diritto neanche alle ferie, ma si vuol negare loro anche il Natale? È pertanto possibile che nella confusione della festività incombente qualcuno si sia distratto e non abbia recepito le disposizioni attuative. Dunque, il mio parere, credo largamente condiviso, è che ancora una volta tutti questi ostacoli sono naturali conseguenze di un malfunzionamento dell’Agenzia, e non me ne voglia il Direttore Befera.

Se il provvedimento attuativo fosse stato emanato a uno o massimo due mesi dopo il decreto di luglio, è molto probabile che il numero di errori sarebbe stato ridotto, se non addirittura nullo. E magari non si sarebbe arrivati alla necessità di diffondere quest’ultima risoluzione, anch’essa a dire il vero giunta in spaventoso ritardo e neanche risolutiva della questione.

È questo il ‘Fisco amico’? Beh, da quel che so, gli amici si aiutano e si sostengono, i nemici si ostacolano. Il poeta inglese Richard Owen Cambridge, più di due secoli fa scriveva che “l'amicizia può spianare la fronte della rude disperazione”. Il nostro amico Fisco invece, più che appianare la nostra disperazione, sembra volerne rendere sempre più profondi i solchi! Ecco, caro Direttore Befera, noi avremmo bisogno di relazioni distese, chiare e puntuali. Questa sarebbe la vera amicizia! Nulla a che vedere con slogan e paroloni che poi si rivelano ogni volta vacui e inutili! Noi siamo stanchi!
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