3 luglio 2013

Il PAESE del "TIRA A CAMPA"...

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

eccoci qui, a ridosso di un’estate di lavoro per la nostra categoria, pieni di incertezze come mai prima ci era capitato. Tralasciando per un po’ la riflessione sui nostri problemi interni, vorrei porre l’accento su quanto ci accade attorno, soprattutto per quel che concerne la gestione e l’amministrazione del Paese che sta lentamente sgretolandosi sotto l’incuria di quanti sono stati chiamati a guidarlo.

Il governo delle larghe intese, o di conciliazione, ci aveva fatto ben sperare. Malgrado lo scetticismo iniziale, non vi nascondo che ritrovare armonia tra quelle forze politiche lungamente antagoniste, poste su binari e modi di vedere diametralmente opposti, mi aveva fatto credere che fosse la volta buona. Speranze, ahimè, vane e disilluse. La maturità e il senso di responsabilità auspicati sono svaniti già con i primi atti di governo, per poi essere definitivamente soppressi con gli ultimi sentori di minacce e ricatti. La volontà di traghettare l’Italia oltre la crisi non c’è, è totalmente assente. Non sanno che pesci prendere! Ciò si evince dagli atti mancati, dalle scelte non fatte, dalle decisioni non prese delle quali sono prove tangibili i decreti repentinamente emanati. ‘Del fare’, delle ‘semplificazioni’, pacchetto ‘lavoro’… alcune disposizioni buone ci sono, soprattutto per l’occupazione, ma in generale è un continuo rimandare, prorogare, posporre. Forse sperano che le proroghe ci facciano dimenticare i problemi? Chi si ricorderà a fine anno dell’Imu? O dell’Iva? O degli acconti Irpef, Ires e Irap che con tutta probabilità aumenteranno? Ebbene, forse loro lo dimenticheranno, ma noi no. I contribuenti non dimenticano facilmente l’appuntamento col Fisco!!

È chiaro che la situazione sta sfuggendo di mano. Prima dei politici, anche i tecnici hanno fallito. Dicevano di aver dato gas alla ripresa, invece i loro dati erano sballati. A tal proposito, i dati dell’Unctad hanno dimostrato che proprio nel 2012 è diminuita la fiducia nei confronti dell’Italia da parte degli investitori esteri, con conseguente crollo degli investimenti diretti. E la situazione è destinata a peggiorare!

Senza dimenticare inoltre che ci hanno persino promesso la restituzione dell’Imu pagata, oltre alla contestuale soppressione… invece ci ritroveremo a fine anno con un aggravio delle imposte che soffocherà qualsiasi germoglio di crescita, sia per le imprese che per le famiglie. Prendiamo ad esempio un commerciante con un’attività di 60 metri quadrati ipotizziamo che si tratti di una ditta individuale senza dipendenti; a fine anno, a ridosso delle festività natalizie, il commerciante dovrà versare all’erario circa 10.000 euro per pagamenti di imposte varie. Stessa cosa vale per un artigiano con un dipendente, che dovrà prepararsi a un pagamento complessivo di circa 14.000 euro. È in questo modo che i governanti vogliono puntare sulla ripresa? Ma si rendono conto che l’economia reale è in forte declino? Che la disoccupazione si sta espandendo come una macchia d’olio, raggiungendo la quota del 12,2%? Si tratta di un record che l’Italia non raggiungeva dal 1977!

Le uniche imprese che sono state in grado di fronteggiare la recessione sono state quelle che hanno puntato sulla delocalizzazione. In altri termini, quelle che hanno trasferito gli stabilimenti produttivi all’estero, dove vi sono politiche meno restrittive rispetto a quelle del nostro Paese.

Questo è lo scenario! Altro che ripresa! Anche l’attuale governo ha fallito senza peraltro aver messo in cantiere alcuna misura capace di dar respiro all’economia. Inoltre ai provvedimenti deboli si va ad aggiungere una sostanziale instabilità politica, che non permette programmi a lungo termine, poiché non si sa fin quando la squadra esecutiva rimarrà in vita!

Lo scrittore statunitense William Burroughs, nei lontani anni cinquanta, scriveva che “quando si smette di crescere, si incomincia a morire”. È abbastanza per comprendere la drammaticità della situazione? Un Paese fermo è un Paese che non cresce, che si sta incamminando lungo il viale del tramonto. Ma non è a questo destino che dobbiamo arrenderci. Pertanto chiedo azioni forti, che siano davvero sinonimo di ripresa, non invece simbolo di inerzia, scelte di un governo che tira a campare!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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