21 maggio 2012

Il silenzio degli innocenti

Viviamo momenti difficili. La quotidianità è subissata da brutte notizie, c’è tensione nel Paese e le notizie che provengono dall’Europa e dagli Stati Uniti non sono buone. L’incertezza regna sovrana, tutto traballa. Questo non vuol dire però che tutto sia perduto. Al contrario, ci vuole coraggio ad avere delle certezze ed avere la forza di esprimerle pubblicamente come io farò oggi su questo quotidiano. Per favore, cari amici, passatemi questa piccola presunzione.

Sono un commercialista e mi vanto di appartenere a questa Categoria. Questa è la mia certezza. Una certezza che oggi più che mai va ostentata per nobilitare la nostra professione.

Qualche settimana fa una trasmissione televisiva (Report) tirava in ballo la Categoria dei Commercialisti in merito alla problematica dell’antiriciclaggio. Non sono mancati nomi di qualche commercialista che si era reso complice di operazioni, diciamo, poco pulite. Ciò ha consentito alla conduttrice di fare – come spesso accade - di tutta l’erba un fascio giungendo a screditare le decine di colleghi che guidano gli ordini professionali e di conseguenza l’intera Categoria.

C’è stato un fatto illecito commesso da un commercialista? La giustizia farà il suo corso, ma non per questo si può screditare un plotone di circa 115.000 professionisti. È un gesto superficiale che non giova a nessuno. Critiche sterili che fanno male a tutti.

Detto ciò e ritornando all’antiriciclaggio, materia su cui siamo stati chiamati in discussione nella suddetta puntata, è certamente un ulteriore adempimento che è stato introdotto all’interno degli studi, senza alcun distinguo, come se fossimo una banca, considerato che le regole sono del tutto identiche agli istituti di credito. Il tutto giustificato dal fatto che ci è stato imposto dall’Europa. Ma noi, come è evidente, non siamo banche...magari invece lo fossimo.

Ma come ci possiamo lamentare della puntata andata in onda se i nostri rappresentanti non hanno mai mosso un ciglio su questa problematica? Come si può oggi giustificare una reazione contro la disciplina introdotta se in precedenza si è subìto tutto in silenzio?

E allora io mi chiedo: ma ci si rende conto di quanti e quali sono gli adempimenti all’interno di uno studio? Evidentemente no. La maggior parte di essi sono completamente a carico dei colleghi che non hanno la “fortuna” di gestire operazioni di fusioni o altre operazioni straordinarie, come pochi altri colleghi invece fanno…

I nostri rappresentanti cosa hanno fatto in merito? A me non sta bene che una giornalista pur di aumentare l’audience, possa far passare una simile interpretazione su una Categoria che lavora duramente dalla mattina alla sera e che è formata, per la quasi totalità, da gente per bene.

Questo sarebbe dovuto emergere dalla trasmissione di cui stiamo scrivendo e invece è stata una completa disfatta per il nostro Presidente che è intervenuto e per coloro che rappresenta. La mia certezza è che tutto ciò non giova certamente alla Categoria.

Non possiamo accettare “silenti” la figura che abbiamo fatto. Capisco che in tempo di elezioni per il nostro Presidente sia importante apparire. Apparire a prescindere, senza valutare il contesto. Ma la sua brutta figura come commercialista e come Presidente pesa sulla nostra reputazione e ciò non possiamo accettarlo. Così come non è accettabile che all’indomani della messa in onda della puntata il nostro Consiglio Nazionale non abbia fatto nulla per protestare sull’accaduto e sul fango gettato sulla nostra Categoria. Forse perché toccava il Presidente e quindi non si poteva né parlare né scrivere della figuraccia rimediata?

Questo silenzio cari colleghi ci deve fare riflettere.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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