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IMU TERRENI MONTANI: ANDATE A MIETERE IL GRANO

Cari amici,
ennesimo colpo di scena nella telenovela, tutta italiana questa volta, della questione IMU. Dopo che una sentenza del Tar del Lazio aveva praticamente bocciato il decreto sull’IMU terreni montani, per le ovvie criticità che stiamo denunciando già da diversi mesi, e a tempi oramai scaduti, ecco sopraggiungere lo scorso 23 gennaio un nuovo Decreto Legge recante misure urgenti in materia di esenzioneImu. La decisione, adottata in seno a un Consiglio dei Ministri straordinario svoltosi proprio a tre giorni dalla deadline, ridefinisce i parametri di tassazione introdotti con la Legge di stabilità 2015 (L. 23 dicembre 2014, n.190) e con D.M. 28.11.2014.

Criteri che in buona sostanza ci portano indietro al concetto di “montagna legale”, già utilizzato nell’elenco allegato alla Circolare n. 9 del 14/6/1993, ma facendo riferimento alla lista Istat aggiornata. Dunque, un passo lo facciamo in avanti e due indietro! Sono senza parole!

L’individuazione dei terreni soggetti a tassazione avverrà con nuovi criteri e gli stessi potranno usufruire della proroga che, come abbiamo annunciato, sposta la deadline dal 26 gennaio al 10 febbraio. Ancora una manciata di giorni con regole giunte all’ultimo minuto! Ritengo la proroga ulteriormente offensiva, come se già non bastasse l’intera questione a offenderci come commercialisti e come contribuenti! Il punto è che in ogni caso i giorni messi a nostra disposizione sono davvero pochi, considerato che l’Imu dei terreni agricoli montani non è l’unico adempimento col quale dovremo scontrarci in questo periodo. Proprio per tale ragione, dopo l’ennesimo pasticcio frutto della loro scienza (!), ci saremmo aspettati una proroga di ben più ampio respiro. Inoltre bisogna aggiungere le difficoltà legate al mancato contributo delle software house, che visti i tempi non riusciranno a renderci il lavoro più semplice!

Ma se siamo così messi male da dover raschiare il fondo per gettare qualche spicciolo nelle casse dell’erario, perché allora parlano di ripresa? Ma lo hanno capito a chi stanno chiedendo questi soldi? Qui non siamo davanti a grandi latifondisti, ma a gente che nella maggioranza dei casi non sa neanche di possedere dei terreni. Alcuni di questi ‘proprietari terrieri’ magari sono emigrati decine d’anni fa o hanno ricevuto in eredità appezzamenti in paesini sperduti tra le montagne e non sanno neanche di possedere quel fazzoletto di terra incolta! Ma ci rendiamo conto? Sono terre dimenticate spesso appartenenti a persone che in Italia, dopo averla lasciata trenta o quarant’anni fa, non ci hanno più messo piede. E ora? Chiediamo loro di pagare? Chiediamo una ‘tassa sul macinato’… che però non c’è!

Ora noi commercialisti, come al solito, abbiamo questi pochi giorni, parlando di tempo lavorativo, durante i quali effettuare calcoli su calcoli al fine di permettere ai nostri clienti di arrivare puntuali alla scadenza.
A questo punto è chiaro che ancora una volta si andranno a calpestare i diritti dei contribuenti, che a fine gennaio 2015 saranno chiamati a pagare con regole dell'ultima ora per l'anno precedente. Quanta amarezza nel vedere cose di tal genere.

E quanta stanchezza di slogan e promesse, sono solo fumo negli occhi.

Charles De Gaulle disse: «Sono giunto alla conclusione che la politica sia una cosa troppo seria per lasciarla fare ai politici». Affermazioni che mai come oggi ritengo vive e attuali.
Detto questo, vorrei concludere con ironia e amarezza, ricordando che forse i nostri governanti dovrebbero seguire il consiglio della cantante Louiselle: andate “a mietere il grano”!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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