11 settembre 2015

Potrebbe interessarti anche:

Quotidiano
28 ottobre 2023

Shalom

Leggi l'articolo
Quotidiano
13 gennaio 2024

Morti annunciate

Leggi l'articolo
11 settembre 2015

LA CRISI CI HA MESSI A LUTTO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

sono passati ben 14 anni dall’11 settembre 2001, quando il cuore di New York, capitale economica del mondo, si è fermato per la prima volta innanzi allo sgretolamento non solo di un simbolo, ma anche alla polverizzazione drammatica, violenta e priva di senso di migliaia di vittime innocenti. Quel giorno di fine estate morirono 2.974 persone delle quali 246 persero al vita sui quattro aerei di linea dirottati, 2.603 a New York per gli attacchi alle Torri Gemelle e 125 al Pentagono. Ad oggi ci sono ancora 24 dispersi. Il mondo si è fermato per la quattordicesima volta a ricordare quello strazio. Una commemorazione che ha coinvolto anche il nostro Paese.

Grazie al cielo in Italia non abbiamo subìto attacchi così feroci da forze estremiste… purtroppo a noi ci ammazza direttamente lo Stato. Ci strangola. Ci induce al suicidio. Parole forti, è vero. Forti, ma reali.

Ufficialmente, stando alle stime dell’Istat, in Italia non ci si uccide più a causa della crisi, non lo si fa da quando nel 2012 l’Istituto di statistica ha smesso di fare la conta. Ma se uno smette di monitorare il fenomeno, non significa che quel fenomeno si sia arrestato! Anzi, spesso capita tutto il contrario… Capita che prenda velocità, che diventi inarrestabile. Così vediamo che abbiamo l’ultimo dato disponibile fermo al 2010, con 187 suicidi e 245 tentati. E non finisce qui! Perché se l’Istat ha finito le sfere del pallottoliere, c’è chi ha continuato a contare come appunto l’Osservatorio sui suicidi dell’Università Link Campus di Roma. Secondo le ricerche effettuate dall’ente, dunque, nei primi sei mesi dell’anno in corso ci sono stati già 121 suicidi per ragioni economiche, superando a vista d’occhio quello che sembrava essere il semestre peggiore, vale a dire il primo del 2012. L’aumento dei casi drammatici ha colpito soprattutto il sud e il nord-est, riguardando gli imprenditori, in particolare quelli più giovani. Inoltre, nel confronto tendenziale, ossia con lo stesso semestre dell’anno passato, l’aumento dei tentati omicidi è stato del 50%. Nel complesso, quindi, dal 2012 al giugno del 2015 i suicidi sono stati 560 e i tentati suicidi 320. Eppure lo Stato, proprio dal 2012, non li conta più, non ne tiene traccia. Segno di colpevolezza? Non saprei! Certo è che queste morti (o tentate morti) ci sono state, con ragioni alle quali le scelte governative sono tutt’altro che estranee.

E mentre continua questa moria di imprenditori sopraffatti dalla crisi economica e dalla pressione fiscale, i consumi hanno accennato a lievi miglioramenti nel mese di luglio, crescendo dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,1% su base annua, con la variazione più alta dell’ultimo quinquennio. Eppure non è tutto oro quel che luccica! Non lasciamoci abbagliare. Questi dati sono stati esposti dalla Confcommercio il cui presidente Carlo Sangalli ha ribadito la necessità di procedere con prudenza nella valutazione dal fenomeno. L’allarme prende le mosse dal fatto che nel primo semestre del 2015 hanno chiuso 35mila attività di commercio al dettaglio. Detto questo, una delle possibili soluzioni per arginare il problema sarebbe quella di ridurre il carico fiscale, tagliando già dal prossimo anno sia l’Ires che l’Irap e riducendo in maniera coraggiosa la spesa pubblica. Oltre ovviamente alla realizzazione degli annunci di Renzi: l’azzeramento delle tasse sugli immobili. Punto al quale Sangalli aggiungerebbe la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali delle imprese, inclusi i negozi e gli alberghi. Seguendo tale ricetta, il Paese potrebbe riprendere un po’ di respiro, riavendosi dai momenti bui e arginando anche il burrascoso fenomeno dei suicidi di imprenditori.

Si tratta chiaramente di scelte coraggiose che la squadra esecutiva dovrà avere il fegato di intraprendere se non vorrà assistere al costante e apparentemente inarrestabile deperimento del Paese!

Detto questo, ricordiamoci le parole di Adam Smith, secondo il quale, “la società non può sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l’un l’altro”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

Potrebbe interessarti anche:

Quotidiano
28 ottobre 2023

Shalom

Leggi l'articolo
Quotidiano
13 gennaio 2024

Morti annunciate

Leggi l'articolo
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy