17 aprile 2014

LA PASQUA DEI COMMERCIALISTI

A cura di Antonio Gigliotti

Cari colleghi e amici,

la Santa Pasqua è ormai alle porte e già si avvertono gli umori distesi che ogni festività si trascina dietro. Amici e familiari si accingono a trascorrere insieme con serenità e gioia queste giornate di festa. Tuttavia non possiamo negare la presenza di nubi che offuscano in maniera inevitabile la meritata serenità dei commercialisti che, ancora una volta, si ritroveranno la mente zeppa di preoccupazioni che impediranno il tranquillo scorrere delle liete ore festive. Insomma, per farla breve, vi è una grossa differenza tra noi commercialisti (e non mi riferisco ai grossi studi, che delle ‘piccole’ e comuni problematiche non sanno che farsene) e tanti altre categorie di professionisti. Noi, ancora una volta, ci troviamo sull’orlo del precipizio, in balìa di scadenze e di complicazioni, con una forte crisi che, investendo i nostri clienti, giunge fino ai nostri studi.

Altro che pacifiche giornate di festa!

E a dimostrazione che nulla cambia se non per peggiorare, proprio in questi giorni ci è giunta comunicazione che la scadenza della comunicazione dei beni e finanziamenti, posta alla fine di aprile, è stata prorogata a ottobre. Bene, ma perché ancora una volta si è dovuto attendere una manciata di giorni prima della deadline per fare il grande annuncio?

Senza dimenticare poi l’altro vulnus che da anni denunciamo, ma per sanare il quale ancora nessuno ha alzato un dito. Parlo della scarsa chiarezza e delle complicazioni che comporta la poca trasparenza nelle comunicazioni tra istituzioni e professionisti. Abbiamo una tassa, la nuova Tasi, ma non sappiamo ancora né come né quanto pagare. La questione è in balìa dell’indeterminatezza e dell’approssimazione, oltreché della conclamata incapacità del legislatore. I Comuni hanno tempo fino al 31 maggio per deliberare su aliquote, detrazioni e quant’altro necessario mentre, il pagamento della prima rata Tasi-Tari-Imu, dovrà essere effettuato entro il 16 giugno. C’è da credere che i Comuni si prenderanno tutto il tempo messo loro a disposizione, dunque per noi non rimarranno che quindici giorni scarsi per effettuare i calcoli e trasmettere dati e pagamenti ai clienti. Può essere considerata una sana condizione lavorativa? Io ne dubito.

Stare sul filo del rasoio, temere improvvise novità a ridosso delle scadenze e vedersi aumentare il lavoro proprio a pochi giorni delle deadline non è certo l’aspirazione massima che ciascuno di noi aveva nel momento in cui ha deciso di intraprendere l’impervio cammino di questa gloriosa professione.

In questi ultimi giorni ho tenuto diversi corsi in giro per l'Italia e posso confermarvi che, nonostante le difficoltà e la disperazione che a volte si intravedono in tanti colleghi, è ancora presente quell’orgoglio e quella forza che spingono l’intera categoria ad andare avanti!

La situazione generale in Italia è difficile, lo sappiamo. Infatti quello che chiediamo non è un ammorbidimento né una via preferenziale, in quanto abbiamo piena consapevolezza del momento di crisi generale. Tuttavia non possiamo tacere l’umile desiderio che vorremmo qualcuno potesse finalmente realizzare: che la smettessero di prenderci per i fondelli e che i politici e i governanti di turno capissero le esigenze della categoria, che poi coincidono con i diritti troppo spesso calpestati dei contribuenti. Io ritengo, sul punto, che il nostro ruolo abbia bisogno di maggiori tutele da parte governativa. La questione però è che dalle alte sfere si stenta a comprendere che effettivamente il commercialista può essere davvero un buon governante, laddove invece un politico non potrà mai essere un tecnico preparato.

Detto questo, vorrei accantonare per un po’ tutta l’amarezza che una simile situazione, protrattasi ormai da troppi mesi, ha fatto nascere in me. La nostra ‘sopravvivenza’ è complicata e dura, incontriamo ogni giorno delle avversità che, se vi fosse un maggiore buon senso, potrebbero essere risolte con misure semplici e mirate. Ma non possiamo comunque perdere la speranza e la fiducia. Pertanto, mosso dall’auspicio che qualcosa un giorno forse cambierà, ne approfitto per estendere a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri cari, i miei calorosi auguri affinché possiate trascorrere una Santa Pasqua all’insegna della gioia e della tranquillità!

Buona Pasqua!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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