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NESSUN DORMA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
a una settimana dalle elezioni politiche il nostro Paese ancora non conosce le proprie sorti. V’è nebbia nelle alte sfere governative, si stenta a individuare la figura del premier e la situazione è allo stallo. Ci si potrebbe facilmente accasciare sulla lapalissiana presa di coscienza che forse si stava meglio quando si stava peggio. Allo stato dei fatti, sulle carte il vincitore (sebbene con una labile vittoria) sarebbe il centrosinistra, quindi a Bersani andrebbe il compito di fare la prima mossa. Ma in Parlamento ci sono tre forze politiche, tre maggioranze, tre poli il cui peso è (più o meno) equamente distribuito. Come uscirne? Davvero molto complicato questo rebus! Tant’è che già si vocifera la possibilità di prorogare il mandato ai tecnici giusto il tempo di formulare una nuova legge elettorale e andare alle urne. Vedremo.

Intanto un fenomeno bisogna necessariamente registrarlo: per la prima volta da quando è nata la Repubblica italiana la protesta entra in Parlamento. Lo straripante e sorprendente consenso che ha ottenuto il Movimento 5 stelle sottolinea il desiderio di rinnovamento, di soppressione della stantia politica, quella dei salotti, impelagata sempre e solo a far soldi, mai a tutelare gli interessi del Paese. Le piazze fanno ingresso nel Palazzo. Ma proprio per questo ora sarà opportuno sostituire alle proteste i fatti, le proposte. È troppo facile gridare per strada o nel web. Dopo il 24 e il 25 febbraio però i sostenitori del Movimento e, soprattutto, gli eletti al Senato e alla Camera saranno chiamati a dare, nero su bianco, le loro soluzioni ai problemi, a prendersi quindi le responsabilità generate dall’importante vittoria ottenuta. Altrimenti è tutto fumo negli occhi! Proprio in riferimento a ciò, ricordo quanto soleva affermare lo scrittore Carlo Fruttero, riportato in un interessante libro della figlia Maria Carla. “Tutti parlano di creatività – diceva Fruttero - ma cos’è questa creatività? Ai miei tempi non si creava, si faceva. Io non creo, faccio”. L’auspicio è che i deputati e i senatori in ‘movimento’ facciano, invece che limitarsi a dare sfogo alla protesta creativa.

Tuttavia, la protesta contro i poteri forti è sicuramente qualcosa che possiamo condividere anche noi, migliaia di insoddisfatti dottori commercialisti ed esperti contabili che assistiamo quotidianamente ai giochi di potere che si svolgono ai vertici della nostra amata Categoria. Se le cose non si risolveranno il prossimo 12 marzo, il movimento di insoddisfazione e protesta ci travolgerà davvero come uno tsunami e anche noi inizieremo a gridare “Tutti a casa!”, perché davvero la nostra pazienza è arrivata al limite. È ormai un anno che va avanti la raccapricciante telenovela del rinnovo della governance. Le elezioni di ottobre sono state soltanto la punta di un iceberg che ha iniziato a formarsi già qualche mese prima, all’inizio di una campagna elettorale dai toni appuntiti e ostili. Ora il Consiglio di Stato ha ancora una settimana per decidere le nostre sorti, il nostro futuro. Ma dopo il 12 marzo, se non avremo una risposta concreta, non penso che ce ne staremo buoni buoni ad accettare decisioni esterne e ancora lontane. Anche perché diversi appuntamenti fiscali incombono e lo stesso Fisco ormai ci opprime (noi e i nostri clienti!) senza che nessuno ci tuteli, ci rappresenti e ci difenda.

A questo punto, ribadisco, sulla scia di quanto affermato proprio un anno fa, in occasione della giornata dell’Indignato fiscale, che il nostro quotidiano si farà ancora una volta portavoce dell’insoddisfazione della base, del desiderio di rinnovamento e della voglia di andare avanti che i colleghi hanno e che non vogliono vederla soppressa dalla sete di potere e prestigio che invece emerge dai nostri vertici. Noi veglieremo affinché 115.000 dottori commercialisti ed esperti contabili non vengano calpestati e venduti in cambio di una ‘gloria’ priva di alcun valore!! “Nessun dorma”, intonava Calaf, in attesa di incontrare la sanguinaria Turandot. Così, seguendo l’aria di Puccini, anche noi dobbiamo rimanere svegli e, come Categoria, mostrare un’attenzione vigile al fine di arginare le ambizioni di chi forse "inconsapevolmente" sta dimostrando di non aver a cuore la Categoria! L’alternativa è quella di rimanere con la testa mozzata (figurativamente!) alla stregua di quanto avvenuto a tutti i predecessori del principe ignoto. E questo non possiamo accettarlo!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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