27 giugno 2013

PARLARE OSCURAMENTE LO SA FARE OGNUNO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

ci risiamo! Ancora poca chiarezza tra ‘loro’, quelli che ci governano, e ‘noi’, che stiamo diventando sempre più sudditi di un assolutismo di stampo fiscale.

Oggi la giornata si apre con due notizie, una bella e l’altra cattiva. Ecco, il classico scenario che si prospetta sempre quando queste due novelle avanzano mano nella mano: quale volete sapere per prima? Ebbene, faccio di testa mia, tanto a quest’ora già lo saprete e parto con la "buona". L’aumento dell’Iva dal 21% al 22% è stato scongiurato almeno fino al primo ottobre prossimo, poi si potrà parlare forse di un’ulteriore sospensione per altri tre mesi o addirittura di un annullamento della maggiorazione. Vedremo!

E quella brutta? Può darsi che anche questa notizia vi sia già arrivata, riguarda la copertura. Ricordate? Serviva un miliardo di euro per garantire tre mesi di sospensione, due miliardi invece per garantirne sei. Da dove li prenderemo? Dai tagli effettuati sulla spesa pubblica? No, macché! Poteva essere una gran bella idea, ma i nostri governanti che ne partoriscono una al minuto ne hanno elaborato altre!
Punto numero uno: non verranno aumentate le tasse. Lo ha detto chiaro e tondo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Patroni Griffi, che ‘la copertura del rinvio dell'aumento dell'Iva non prevede incrementi fiscali’. E noi ci crediamo, tenendo però presente che per avere incrementi fiscali, quindi aumento delle tasse, dovrebbero esser maggiorate le aliquote. Se le aliquote rimangono tali e quali a quelle attuali, allora possiamo star certi che non subiremo nessun altro salasso fiscale. Allora? Queste coperture finanziarie, senza le quali l’Ue ci potrebbe bocciare la sospensione dell’aumento Iva, da dove le recupereremo? L’ipotesi plausibile è, appunto, la brutta notizia che vi dovevo dare, ma che a quest’ora già brulica tra i vostri pensieri e timori. Quindi…

Punto numero due: ad aumentare saranno gli acconti Irpef, Ires e Irap. Dunque, è semplice: la copertura allo scongiurato aumento dell’aliquota Iva la devolveranno gli imprenditori e i lavoratori autonomi. Si presume infatti che l’acconto dell’Irpef possa passare dal 99 al 100%, quello dell’Ires dal 100 al 101% e quello dell’Irap dal 100 al 110%. Ecco risolto tutto, con buona pace delle condizioni poste dall’Ue!

Ora, è chiaro che da qualche parte questi soldi dovevano pur arrivare perché altrimenti non avremmo potuto fronteggiare in alcun modo l’aumento dell’aliquota Iva. Se non ci fosse stato il provvedimento sospensivo di ieri, con molta probabilità ci saremo trovati al cospetto di tutti quei disagi legati all’aumento contestuale dei prezzi: calo dei consumi e scarsa produttività. Tuttavia, quel che mi chiedo è perché non si debba parlar chiaro. Perché ci dicono che non aumentano le tasse se poi, di fatto, qualcosa aumentano comunque e noi, in un modo o nell’altro, ci troviamo a dover pagare di più? È vero che non avremo aggravi fiscali, ma se maggiorano gli acconti anticipati a novembre verseremo molto di più rispetto a maggio o allo scorso anno. Sono pur sempre soldi che avremmo dovuto versare poi nel 2014, ma dobbiamo anticiparli e questo creerà non pochi disagi agli imprenditori medio-piccoli e ai lavoratori autonomi.

Accetto di fare sacrifici, ma solo se questi vengono chiamati con il loro nome. Non accetto prese in giro volte a nascondere la realtà dei fatti. Capisco, come diceva Galileo Galilei, che “parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi”, tuttavia pretendo che al giorno d’oggi, con la crisi che miete vittime a ogni ora, chi è chiamato a guidare un Paese non si prenda il lusso di omettere e celare la verità ai cittadini che, magari, lo hanno anche votato.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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