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POCO DI BUONO… A CHI?

A cura di Antonio Gigliotti

Al mattino, quando leggo i giornali, ho la prerogativa di evitare accuratamente le solite chiacchiere dei politici di sempre, mai costruttive e, sinceramente, poco interessanti. Il caso ha voluto che qualche giorno fa però il mio occhio cadesse su queste parole “chi porta il proprio denaro fuori dall’Italia è un traditore e un poco di buono”, pronunciate da uno dei tanti politici.

Ebbene, sarebbe opportuno premettere che ho qualche pregiudizio sulla classe politica attuale (come avrete chiaramente intuito)… così quando leggo certe battute a dir poco ridicole e prive di senso, il mio pensiero immediato è: “senti da che pulpito arriva la predica!”.

Ma sul caso in questione, che si presenta come fenomeno preoccupante, ritengo opportuno spendere qualche riga e un po’ di minuti del mio tempo.

Innanzitutto il trend delle “esportazioni” di denaro all’estero non va minimizzato e i soggetti che si adoperano in tal senso e in modo non regolare non sono per nulla giustificabili.

La migrazione non tracciata delle risorse finanziarie implica infatti che vi sia una buona fetta di contribuenti che porta fuori dall’Italia i propri risparmi “illegalmente”, sottraendoli alle varie disposizioni normative che regolamentano il trasferimento di denaro all’estero; trattasi spesso del “frutto” dell’evasione fiscale.

Ma la migrazione non è soltanto quella in forma illegale considerato che tanti contribuenti esportano i propri capitali all’estero seguendo le varie disposizioni normative, quindi in forma assolutamente regolare.

A tal proposito, la stessa Bankitalia, di recente ha evidenziato un aumento della fuoriuscita di denaro dai conti correnti italiani.

Ciò detto, tornando alle esternazioni dell’egregio leader politico, vorrei provare a tracciare le possibili motivazioni che possono spingere un soggetto a portare i propri guadagni fuori dai confini italiani. E magari, in maniera contestuale, proporre degli argomenti di dibattito politico più solidi, vista la penuria che certe affermazioni “da stampa” dimostrano esservi tra i volti di sempre dei salotti politici.

Intanto v’è da dire che gli eventi degli ultimi mesi hanno determinato in tutti noi un clima di incertezza e di sfiducia e ciò ha alimentato in misura inevitabile il fenomeno migratorio (certo, per coloro che i soldi da far espatriare li hanno!). In genere, tali soggetti sono alla ricerca di un contesto economico più stabile che possa proteggere i risparmi di una vita, anche alla luce del timore che la politica scellerata dell’Italia degli ultimi anni possa sfociare in una situazione del tutto simile a quella greca.

Accanto a un tale disequilibrio economico si pongono poi i numerosi casi di chiusure o fallimenti aziendali a causa di una pressione fiscale allucinante. Lo stesso direttore generale delle Entrate, Attilio Befera, qualche giorno fa, ha sottolineato che gli oneri tributari per le imprese possono oggi arrivare addirittura al 70% (pensate un po’!). Dato da far paura, alla luce anche del fatto che il Fisco continua a stendere la sua ombra di minaccia quotidiana e costante! Non vi sembrano buone motivazioni?

Ora, è assolutamente deplorevole sottrarre capitali al Fisco e portarli all’estero, ma contestualmente la politica non ha il diritto di compiacersi delle debolezze di un Paese che essa stessa ha defraudato della dignità e dell’orgoglio di appartenere alla “comunità Italia”.

Pertanto, al politicante di turno vorrei ricordare che se ci troviamo in tale situazione non è certamente per colpa dell’operaio o del dipendente che hanno sempre lavorato, ma di una classe politica che negli ultimi decenni si è data poco da fare per la collettività, determinando un livello di spesa pubblica oramai insostenibile.

Per cui i veri “poco di buono” che hanno convogliato all’estero (o chissà dove) ingenti risorse economiche di “proprietà” dello Stato italiano, sottraendole illegalmente ai vessati e onesti cittadini, sono proprio alcuni ambigui colleghi del politico di cui sopra. Magari non appartengono alla medesima corrente ideologica, ma per queste cose, si sa, badare al colore è solo un valore aggiunto di scarsa utilità!

Perciò io mi chiedo: che fine hanno fatto questi soldi? Ebbene, in attesa di una risposta soddisfacente, non posso che constatare amaramente che i veri “poco di buono” sono proprio questi signori. E non uso epiteti più forti non per il rispetto che nutro per siffatti personaggi, quanto per quello che ho nei vostri confronti, cari lettori e colleghi.

Ormai è sempre più evidente che tutto ciò che dicono i nostri politici finisce con il ritorcersi proprio contro di loro.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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