1 luglio 2013
1 luglio 2013

“PORTA A PORTA”: COMMERCIALISTI FUORI DALL’USCIO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi, da quando ai vertici del nostro Consiglio Nazionale si è creata questa ‘vacatiogovernativa, guidati da un Commissario straordinario esterno alle nostre problematiche benché anch’egli professionista, viviamo, indubbiamente, uno dei periodi più brutti da quando esiste la categoria.

Il tempo di discutere sulle responsabilità e di cercare le colpe è terminato, troppo inchiostro e troppe parole sono state sprecate senza che si venisse a capo di una soluzione. A questo punto, l’unica urgenza è quella di avere quanto prima una squadra governativa in grado di far risollevare le sorti della categoria, ormai scivolate troppo in basso.

Proprio qualche sera fa ho avuto la dimostrazione di quanto poco (o meglio nulla) veniamo considerati, ora a maggior ragione che siamo privi anche di una rappresentanza. Durante la trasmissione ‘Porta a porta’ si parlava di tasse e tra gli ospiti figurava, in posizione d’onore, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Effettivamente si è trattato di una personalità che di tasse ne capisce, seppure da un punto di vista diverso dal nostro. Mi sarei aspettato, come controparte, un esponente della nostra categoria (in mancanza, ahimè, di un presidente), perché un commercialista vive la questione fiscale al di qua della barricata, coi contribuenti, con le difficoltà adempimentali… con la reale quotidianità, insomma. Invece no, noi non c’eravamo. Erano presenti invece, Oscar Giannino, Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre, Alessandro Cattaneo sindaco di Pavia e Peter Gomez direttore de ‘Il fatto quotidiano’.

Il primo tema riguarda l’avvio della nuova banca dati dei c/c degli italiani che Befera ha illustrato quale ulteriore strumento di lotta all’evasione. Fin qui tutto ok, capisco le premesse e posso anche accettarle. Tuttavia, quando il direttore si è addentrato sulla questione degli accertamenti condotti col nuovo redditometro, in particolare sull’opportunità degli interventi del Fisco, avrei proprio voluto prendere la parola! L’Agenzia interviene, dice il Direttore, solo in caso di grosse differenze tra ciò che il contribuente ha dichiarato e le spese sostenute e risultanti al Fisco, differenze fra l’altro anche giustificabili. Giusto così! Ma in che modo possiamo giustificarle? Di quali prove parliamo? Cosa andrà a determinare il non allineamento tra i due dati? Ad esempio, qualora un figlio venisse aiutato dal padre nel sostenere alcune spese, il direttore ha chiarito che non sarà necessario presentare alcuna documentazione; l’Ufficio seguirà infatti una certa logica, offerta dal contribuente, per discernere queste situazioni da effettive azioni evasive. Beh, avrei voluto esprimere la mia sincera sfiducia! Finora non ho mai visto le Entrate applicare una logica, perché dovremmo credere che sia questa la volta buona?

Poi, dulcis in fundo, una sorte di bacchettata ai commercialisti! Sui tempi di rimborso, nel confronto tra le lungaggini italiane e la celerità statunitense, Befera ha additato quali veri colpevoli, in primis, le leggi italiane, e poi in qualche modo gli intermediari telematici… quindi noi commercialisti. Il direttore spiegava che nell’ambito dell’attuale sistema tributario, si pagano le tasse a giugno (se non vi sono proroghe..) e per via telematica si presentano le dichiarazioni entro il 30 settembre sempre dell’anno successivo al periodo d’imposta. Dunque, per il periodo d’imposta 2012, le tasse le pagheremo a luglio 2013 (per via di una proroga, oramai consueta) mentre la dichiarazione si presenterà entro il 30 settembre 2013.

Potrebbe sembrare, come del resto lo stesso Befera ha dichiarato, che i beneficiari di questo ulteriore lasso temporale tra il pagamento e l’invio, siano gli intermediari e quindi noi commercialisti. Ora, è chiaro che gli interlocutori del direttore non potevano dargli pronta risposta, in quanto non addentrati nella materia, ma se ci fosse stato un nostro rappresentante (che conoscesse in realtà l’iter dei dichiarativi avendoli visti almeno una volta) avrebbe ben saputo cosa rispondere.

La verità è che la colpa non è né degli intermediari né delle leggi, ma della stessa Agenzia che anche quest’anno ha messo a disposizione il software GERICO in estremo ritardo (il provvedimento di GERICO quest’anno porta la data del 27/05/2013). Allora mi chiedo come avrebbero potuto i professionisti elaborare le dichiarazioni prima di questa data? E poi magari dopo una settimana provvedere alla determinazione delle imposte da pagare e all’invio delle dichiarazioni? Ma lei caro direttore lo sa che passiamo circa 20 ore al giorno in ufficio? Vuole che ci dormiamo anche? Poco ci manca.

Se l’Agenzia fosse pronta a varare quanto necessario alle dichiarazioni all’inizio dell’anno, le assicuro caro direttore che i professionisti sarebbero i primi a ringraziarla per aver potuto concludere il viatico delle dichiarazioni entro l’estate, così come accadeva anni or sono quando il tutto scadeva il 31 maggio.

Infine, caro direttore Befera, vorrei ricordarle che senza gli intermediari telematici, quindi senza i commercialisti, l’Agenzia sarebbe ancora invasa da dichiarazioni in formato cartaceo! Noi facciamo quel lavoro a voi tanto utile, gratis e senza alcun riconoscimento. Non lo dimentichi!

In definitiva, la lotta all’evasione va sostenuta, ma è anche doveroso, da parte di chi amministra la cosa pubblica, dire la verità. Non vogliamo esser presi in giro! “Non diciamo mai la verità perché, in fondo, non la conosciamo”, ha scritto Roberto Gervaso. Sarebbe però il caso che chi siede su certe poltrone faccia uno sforzo in più…I miei rispetti Caro direttore..!
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