27 novembre 2014

RIPRESA: LORO LA VEDONO… NOI NO… PROBLEMI DI VISTA?

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

non se ne può più di tutto questo gran parlare da parte dei nostri politici e governanti. Io, in tutta franchezza, sono disgustato dall’evidente gara a chi la spara più grossa. Quest’oggi mi vorrei soffermare sulla manfrina quotidiana circa la riduzione delle tasse, la ripresa dei consumi con il bonus degli 80 euro e quella economica del popolo delle partite Iva.

Ora, le fonti di questi personaggi che imperversano nei vari programmi televisivi io non le conosco, conosco però le mie fonti, ossia i clienti che vengono in studio, e posso assicurarvi che tutta la gran ripresa economica che sciorinano nei talk show televisivi, sta solo nella loro fantasia.

Partiamo, ad esempio, da un adempimento di questi giorni, ossia la scadenza degli acconti il cui termine ultimo di pagamento è il prossimo primo dicembre.

Ho incontrato di recente almeno dieci clienti ai quali avevo preparato gli acconti: ben nove di essi mi han detto che non riescono a pagarli. A quel punto ho provato a chiedere se ci fosse almeno la possibilità di avere un acconto per il mio compenso, ma la risposta non è stata differente: a stento riescono a mettere insieme i soldi per il sostentamento della famiglia. Se un cliente ti dice una cosa del genere, il minimo che puoi fare è stringere le spalle e dirgli di non preoccuparsi che poi si vedrà!

E sarebbe una consolazione se i problemi finissero qui. Purtroppo non è così, lo sappiamo bene. Il 16 dicembre infatti si presenterà puntuale il saldo Imu e Tasi. Bene, anche per quella scadenza mi si stanno presentando situazioni raccapriccianti e umilianti per contribuenti che hanno lavorato un’intera vita facendo anche non pochi sacrifici. Si tratta infatti di gente che non sa neanche cosa sia lo svago, non conosce né cinema né teatri né ristoranti, solo lavoro. Mi chiedo se sia giusto mortificare queste persone in maniera tanto aggressiva!

Detto questo, si consideri altresì le difficoltà di spiegare ai medesimi clienti che l’acconto che dovrebbero pagare sulle tasse, va dal 100% al 101,5% (nel caso di soggetti IRES), di quanto pagato l’anno precedente e lo si deve versare prima della fine dell’anno, vale a dire quando ancora non si conosce neanche il reddito effettivo. E senza la possibilità di rateizzare! Ci sarebbe la via d’uscita di ridurre la misura dell’intero ammontare su una base previsionale, ma anche in questo caso la situazione non cambia.

In questi momenti senti crescere la rassegnazione e la sfiducia nei confronti dello Stato!

Spieghi ai clienti che se non seguono le indicazioni dell’Amministrazione potrebbero scattare sanzioni e interessi… Per tutta risposta ricevi un sonoro “MA FACCIANO QUELLO CHE VOGLIONO!”.

Questa vi pare una sana ripresa? Io non credo.

Non è confortante sentirsi dire da un imprenditore che ha lavorato una vita che non riesce più a portare niente a casa, che è costretto a praticare prezzi al di sotto di quello d’acquisto per incassare almeno una parte di quanto già sborsato. E questo imprenditore fa parte di quella fascia di contribuenti che poi dovrebbero dimostrare sulla base di studi di settore o altre medie studiate a tavolino, che non è possibile che abbiano incassato così poco.
Siamo giunti a un punto di non ritorno. A metterlo in evidenza non sono stime o sondaggi, ma l’amara e cruda realtà che noi commercialisti tocchiamo quotidianamente con mano nei nostri studi, ma che loro non possono capire.

I provvedimenti di solo impatto mediatico non servono a nulla, ciò di cui necessita il Paese è l’impegno concreto a risollevare l’economia con azioni mirate.

E sul punto la Legge di Stabilità 2015 non porta niente di nuovo. Passerò sicuramente ancora una volta per ‘pressapochista’ e ‘populista’, però a sostegno degli imprenditori in quella legge non v’è nulla!

Questa è la realtà… Il resto è NOIA.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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