26 aprile 2016
26 aprile 2016

Robin Hood , rubava ai ricchi ma dava ai poveri...i nostri Politici.....

A cura di Antonio Gigliotti

C’era Robin Hood, rubava ai ricchi ma dava ai poveri. C’era Arsenio Lupin, ladro sì però gentiluomo. C’era Diabolik, ladro ma almeno fascinoso. E poi ci sono loro: i politici (ovviamente non tutti per fortuna), che, come ha detto Davigo in una intervista al vetriolo, pubblicata dal Corriere della Sera, non hanno smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi. Ma non dimentichiamo che a sostenerlo prima del neo Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) c’è stata una nutrita schiera, non di vati ma di uomini semplici, come me, come voi. Corruzione, appalti truccati, rimborsi elettorali gonfiati e favori.
Intanto l’esercito dei malfattori continua a essere il nostro nemico, un feroce burattinaio che manovra i fili invisibili a cui restano imbrigliati - a volte impiccati - milioni di italiani onesti. E mentre l’esercito dei ladri continua la sua marcia inesorabile, i politici hanno gridato allo scandalo, si sono sentiti offesi dalle parole di Davigo. Non finirò mai di stupirmi. Sono un uomo che ama i numeri anche se ce ne sono taluni che fanno tremare o almeno dovrebbero: quelli della spesa pubblica, la montagna più alta da scalare che continua a inghiottire le imprese che falliscono, soffocate dalla pressione fiscale, la più alta d’Europa. Ma i numeri che fanno più paura sono quelli dalla crisi che continua a mordere i tanti, troppi italiani che campano al di sotto della soglia di povertà.
Mi tornano alla mente le parole di Bertold Brecht"e oggi vorrei rivolgermi a te, a te che dici: per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano. Dopo che si è lavorato tanti anni noi siamo ora in una condizione più difficile di quando si era appena cominciato. E il nemico ci sta innanzi più potente che mai. Sembra gli siano cresciute le forze, ha preso una apparenza invincibile. E noi abbiamo commesso degli errori non si può più mentire. Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili. Che cosa è ora falso di quel che abbiamo detto? Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente? Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi? O dobbiamo sperare soltanto nella buona sorte? Questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua".
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