6 settembre 2013

SENZA PAROLE

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

non è mia abitudine prestare attenzione ai vari talk show televisivi, neanche se questi disquisiscono di tematiche legate all’economia. Tuttavia nei giorni scorsi mi sono ritrovato faccia a faccia con il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Stefano Fassina, ospite in un programma per fare il punto sull’ultimo decreto varato dal governo, quello sull’Imu. Al numero due del dicastero economico il conduttore ha mostrato con arguzia un video del presidente Letta che rassicurava il Paese, prima del varo del decreto, che l’intervento sulla questione fiscale sarebbe stato tax free, vale a dire senza alcun aggravio aggiuntivo.

Purtroppo però la realtà ha mostrato l’opposto! Il decreto non è stato indolore! Uno dei tanti elementi che ha minato le fondamenta delle affermazioni di Letta è da individuare nell’abbassamento del tetto massimo di deducibilità delle polizze vita. Nello specifico, l’intervento governativo prevede che questo tetto massimo, per le polizze stipulate o rinnovate dopo il 2000, scenda a 630 euro (finora era fissato a quota 1.291,14 euro) per il periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013. Il tetto scenderà ulteriormente, a decorrere dal periodo d'imposta 2014, ponendosi a 230 euro. Con una simile strategia, tutt’altro che tax free, si intende far crescere le entrate fiscali di quattrocento milioni per quest’anno e del doppio il prossimo anno. Le prospettive sono fattibili, se si considera che nel nostro Paese più di sei milioni di risparmiatori sono titolari di una polizza vita. E la copertura alla soppressione dell’Imu prima casa sarebbe così a portata di mano!

Peccato però che l’abbassamento della soglia di deducibilità delle polizze vita abbia un carattere retroattivo, quindi in aperta violazione dello Statuto del contribuente, oltre ovviamente a smentire le promesse fatte dal presidente del Consiglio prima del varo del decreto.

Ma tornando al nostro viceministro, come ha giustificato il mancato tax free? Ebbene, lo spettacolo che ha avuto luogo è stato paragonabile a una vera e propria arrampicata sugli specchi. L’uomo di governo non sapeva cosa dire, non poteva certo negare che l’abbassamento di questa deducibilità implicherà l’aumento delle tasse, alla precisa domanda se ciò comunque non era da considerarsi un aumento di imposte rispondeva "DIPENDE". Ma dipende da cosa? dai giorni o dal tempo? spettacolo indecente e affermazioni a dir poco ridicole. Eppure, comprendo anche, che non poteva neanche confermarlo, poiché (già nel mirino per la questione dell’evasione da sopravvivenza) avrebbe dovuto porsi in contrasto col presidente Letta. Ecco, io sono rimasto senza parole, basito e nauseato. Non tanto per le scenette alle quali ormai siamo da anni abituati, quanto invece per il fatto che chi ci governa e rappresenta abbia in sostanza poca formazione e conoscenza della materia pari a zero.

Se prima potevamo avere un barlume di speranza, ascoltando le loro parole, queste incertezze si trasformano nella certezza della deriva.

A stento troveranno le coperture per eliminare l’Imu, figuriamoci se riusciranno a trovare quelle per evitare l’aumento Iva!

Intanto l’Italia è l’unico Paese del G7 in cui il pil non cresce, anzi è sceso dello 0,4% nel terzo trimestre 2013 e dello 0,3% nel quarto. E per il 2014 le prospettive non sono migliori! Perdiamo anche in materia di consumi, nonché in quella della competitività. La nostra capacità di competere, secondo il World economic forum, ci ha fatto perdere ben sette posizioni, slittando dalla quarantaduesima alla quarantanovesima. Ma se il premier continua a vedere positivo, la realtà dei fatti mostra ben altre prospettive! E non aiuta a migliorare una legislazione retroattiva che potrebbe bloccare anche dei possibili investimenti. Infatti, prendendo ad esempio la questione della deducibilità delle polizze vita, considerando che l’abbassamento del reddito è retroattivo, dunque viene meno ai diritti del contribuente, in qualità di tecnico come potrei descrivere lo scenario e consigliarlo ad eventuali investitori? È evidente che il nostro Paese non si presenta come sito ottimale per investimenti sicuri. Dunque non c’è nessuna luce in fondo al tunnel, a meno che non si tratti di un miraggio o di un’allucinazione.

Chi potrà ancora scommettere su un Paese in cui è aumentato anche il caffè dei distributori? E poi parlano di tax free!
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