20 dicembre 2012

SIAMO STANCHI!

A cura di Antonio Gigliotti

Siamo quasi alla conclusione di questo 2012 devastante, sotto ogni punto di vista, e con esso risulta sul viale del tramonto anche l’esperienza del governo tecnico. Dovremo ben presto dire addio alla squadra Monti e accettare i giochi della politica fino alla nomina di un nuovo governo, con la speranza che il futuro sia meno cupo del presente.

Intanto possiamo registrare un fattore senz’altro positivo, soprattutto per chi detiene grossi capitali in ballo nel giardino fiorito dell’alta finanza. Lo spread è in calo, sempre più vicino alla soglia che il presidente del Consiglio si era prefisso all’epoca del conferimento d’incarico. Ieri il differenziale tra il btp e il bund è sceso fino a 289 punti base, il che significa che ha quasi raggiunto i 287 punti ai quali sperava di addivenire Mario Monti. Missione compiuta, quindi. Con buona pace delle banche, dei grandi imprenditori e delle Borse.

E a noi altri? Cosa può apportare il raggiungimento di un siffatto traguardo? Teniamo presente che mentre lo spread scendeva anche le tredicesime di gran parte degli italiani si restringevano e intanto si avvicinava la fine dell’anno, con le sue mille incombenze tra piaceri e oneri. Dunque, l’avvicinamento tra titoli di Stato ben si comprende che non porta buone nuove per nessuno, almeno non per gli italiani medi, ossia la maggioranza della popolazione, che vive solo del proprio stipendio.

Insomma, Natale è arrivato e quello che leggiamo sui giornali o sentiamo in tv non assomiglia lontanamente alle strine della nostra infanzia. I problemi reali sono quelli che si vedono tutti i giorni per strada, nelle case degli italiani, negli uffici o a scuola. Sono difficoltà che affronta la gente comune. Problematiche alle quali ultimamente s’è aggiunta anche la stangata Imu, che ha sostanzialmente prosciugato una buona porzione delle tredicesime. E c’è anche chi ancora non ha potuto pagare l’imposta perché non ha avuto i soldi per farlo. Cosa accadrà a questi contribuenti? Non lo sanno e soprattutto non sanno come arginare il danno, in che modo affrontare questa situazione che i dotti del Fisco chiamano “irregolare” o “evasiva”. Eccoli, quindi, gli ostacoli reali, concreti. Altro che spread in calo! Nel nostro Paese l’unica cosa a essere davvero in pericolosa discesa è la fiducia nelle istituzioni, nella politica… E nel futuro! Tuttavia pare che nessuno, dalle alte sfere, voglia accorgersene. Mi chiedo se sia possibile che oggi più del 70% della tredicesima, che dovrebbe servire ad alleviare gli oneri nel periodo natalizio levandosi anche qualche sfizio, sia interamente destinato a coprire tasse e rate di vario genere. Rendiamoci conto che fino a solo un paio di anni fa tali spese venivano affrontate con appena la metà della tredicesima, mentre la parte restante confluiva per intero nel risparmio… Parola che, a quanto pare, ben presto sparirà dal nostro vocabolario!

Ciò detto, nonostante queste siano le coordinate dell’assetto sociale ed economico italiano, quel che più preme al.la nostra classe dirigente è la prossima competizione elettorale. Ma ben venga, se gli obiettivi e le proposte siano volti al sostegno e alla tutela della popolazione. Purtroppo, da quel che si sente e si legge, i propositi sono diversi dai nostri più rosei auspici. Siamo costretti ad assistere alla più becera sfilata di ovvietà, con illusionisti patentati che riemergono dal passato con in tasta miracoli in quantità e con volti noti e arcinoti che professano il rinnovamento. Mi rimangono solo due parole: SIAMO STANCHI! E lo siamo soprattutto perché veniamo quotidianamente presi per i fondelli da chi non ha altro da fare tutto il giorno e che usa la politica come diversivo alla noia, si vedano ad esempio questi imprenditori di terza età che si professano paladini dell’Italia, quando sono da decenni con le mani in pasta agli interessi dell’alta finanza. Lo ripeto: SIAMO STANCHI!

Per concludere, ciò che desidero è guardare oltre e auspico che questo mio desiderio natalizio possa essere condiviso da chi ha o avrà in mano le redini del Paese. E desidero anche che si ponga un definitivo punto alle false speranze e alle illusioni che le promesse vuote di una bassa politica hanno alimentato in questi anni. Non mi sembrano richieste esorbitanti. Sono convinto, infatti, che si possa uscire dalla crisi per approdare in un futuro prossimo meno ostile solo prendendo coscienza dei problemi reali, dei disequilibri sociali ed economici e del fatto che in concreto l’italiano medio è sempre più povero (a prescindere dallo spread).

In quel devastato, ma fertile, periodo storico nel quale viveva e operava, Giuseppe Garibaldi sostenne che: “Cura di governo dovrebbe essere quella di migliorare la condizione del povero e non è così sventuratamente. I governi pensano alla propria conservazione”. Non vorrei, amaramente, doverlo confermare!
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