12 ottobre 2012

UNICA CERTEZZA... IL MAGNA MAGNA

A cura di Antonio Gigliotti

Credevamo di aver ormai definitivamente abbandonato epiteti derivanti dall’appartenenza geografica e degradanti sia per chi li utilizzava che per coloro a cui erano destinati. Eppure la quotidianità, in tutti i campi, ci insegna che purtroppo non è così.

Da più parti nel corso degli anni abbiamo sentito termini come “terroni” o “Roma ladrona” per indicare caratteristiche e tendenze presumibilmente poco etiche che avrebbero dovuto appartenere a una certa fascia della popolazione italiana.

I fatti, poi, hanno dimostrato che quando c’è da rubare le appartenenze geografiche, politiche o di fede, poco contano… E dimostrazioni lampanti ne sono proprio i casi di “mala politica” che hanno minato fortemente le diverse correnti partitiche del nostro Paese. Sono stati beccati tutti con le mani nella marmellata!

I puri del nord, i terroni del sud e quindi gli onesti declamatori dei valori e i liberali… Tutti amorevolmente e sapientemente dediti alla politica del MAGNA MAGNA. Un modo di gestire la cosa pubblica che non conosce limiti geografici né colori di partito.

La dose rincarata degli ultimi giorni, poi, non ha fatto altro che acuire il sentimento di vergogna e sdegno che sta crescendo tra i veri onesti, che dal sud al nord passando per il centro, rappresentano una ben gremita fetta di popolazione. Ma c’era da aspettarsi uno stravolgimento di tal genere. Del resto, se la classe politica fosse stata all’altezza di amministrare il Paese in maniera etica e corretta, non ci sarebbe stata la necessità di consegnare il governo ai tecnici.

Ma non tutto è perduto. C’è ancora la speranza nei giovani, che sono quanto mai assetati di voglia di lavorare per il bene comune. In loro è riposto l’auspicio che l’Italia venga finalmente traghettata alla volta di lidi migliori.

E per concludere, non posso esimermi dal riflettere nuovamente sulla nostra categoria, specchio di quel che le accade intorno. Fra qualche giorno si svolgeranno le elezioni del Consiglio Nazionale, e mentre tutti auspicano un RINNOVAMENTO, una maggiore coesione su tutto il territorio nazionale, accompagnata da un’altrettanta coesione tra il consiglio nazionale e gli ordini territoriali, non possiamo non rilevare come tale desiderio a volte non è incarnato nei gesti quotidiani e si concretizza, poi, solo in proclami del momento.

Ed ecco anche qui un fatto e non parole.

Come posso dimenticare alcune discussioni “cibernetiche” di alto valore professionale, avvenute su Facebook…..” qualche mese fa, nelle quali un collega, presidente di un ordine e aspirante consigliere nazionale della lista Siciliotti-Marcello, riferendosi alla mia persona notoriamente di origini meridionali, rassicurava sarcasticamente alcuni colleghi affermando “[…] Sereni abituatevi, dispiace dirlo ma spesso funziona così in certe zone del territorio […]”. L’illustre collega si riferiva forse alla mia regione, la Calabria?

Non posso certo nascondere le diverse problematiche che questo territorio presenta, ma ormai anche queste si sono largamente diffuse, qualcuno le chiama “globalizzazione delle cattive idee”… Tant’è che hanno raggiunto persino la città in cui risiede il collega in questione, città che ha assistito al più grosso crac aziendale (Parmalat) di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio perpetrato da una società privata in Europa, nonché al commissariamento del Consiglio comunale ecc...

Tuttavia io amo questa città, e frequentandola spesso so che vi abita gente onesta, che, come me, non fa di un'appartenenza geografica un'etichetta infamante.

Ed allora cari amici e colleghi, non si può proclamare l’unità solo quando si fa politica, usandola per acquisire qualche voto quando poi, in realtà il proprio pensiero è completamente divergente dalla stessa, così come ancora una volta i fatti ci hanno dimostrato….
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