La più recente indagine sull’alfabetizzazione finanziaria di Bankitalia, un focus realizzato dal 2017 con cadenza triennale, regala una fotografia nitida degli italiani nella fascia di età compresa fra 18 e 34 anni, per l’esattezza 5.400 giovani intervistati online e selezionati mediante un campionamento per quote che rispetta le proporzioni della popolazione ripartita per età e area geografica.
Un’immagine in chiaroscuro da cui emerge che la finanza per la maggior parte dei giovani resta un mistero insondabile e assai fumoso, mentre è netta l’attitudine al risparmio, al rispetto delle scadenze e la propensione all’uso delle più avanzate tecnologie di pagamento. Ma a balzare con evidenza è soprattutto la scarsa attitudine a immaginare una pianificazione del futuro economico come all’idea di crearsi un fondo pensione.
L'alfabetizzazione finanziaria è misurata da un indicatore sintetico che aggrega tre diverse dimensioni: conoscenze, comportamenti e atteggiamenti. La percentuale di competenze finanziare, secondo l’indagine realizzata su un campione composto dal 29% da studenti, il 44% da lavoratori dipendenti e l’8% da autonomi, si ferma al 35%, ovvero che poco più di un giovane su tre in grado di rispondere alle fatidiche “big three”, le tre domande base sui concetti economici (inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio). Ma curiosamente, i più preparati sono gli studenti - in particolare quelli che seguono percorsi di studio tecnici o scientifici - rispetto a chi lavora.
Nati in un periodo storico costellato da crisi, guerre, pandemie, rischi ed eventi, e cresciuti con chiaro nella mente il concetto dello “sharing”, la condivisione che permette di scavalcare il concetto del possesso personale, i giovani sono abituati a gestire le poche risorse economiche di cui dispongono dichiarando una forte propensione al risparmio (43%) e per l’89% una particolare attenzione alla sostenibilità delle spese, seguita per il 77% dal rispetto delle scadenze dei pagamenti.
Come accennato, è forte l’abitudine sempre più diffusa alle diverse forme di pagamenti elettronici come alla gestione dei conti attraverso l’internet banking, ma altrettanto radicato lo scarso appeal verso i mercati finanziari. In pratica, il 90% degli interpellati sono titolari di un c/c bancario e posseggono almeno una carta fra bancomat, di credito o prepagata, mentre solo il 14% ha provato almeno una volta sottoscrivere azioni o obbligazioni, ma il 18% sarebbe pronto a farlo se l’offerta di strumenti finanziari fosse più ampia e più chiara di quella attuale.
Per i giovani, la preoccupazione maggiore è rivolta all’ambiente e la sua protezione, che trascina verso una maggiore conoscenza della finanza sostenibile ESG (Environmental, Social e Governance), di cui il 40% del totale ha sentito parlare o cercato informazioni per saperne di più. Va da sé che e le notizie e gli aggiornamenti sui temi economici, finanziari e ambientali arrivino in massima parte dai social media, dalla televisione e dai siti web, sfruttando l’enorme disponibilità di “app” per smartphone, fedeli compagni di viaggio nella fascia di età coinvolta nella ricerca.
L’età media degli intervistati è 26 anni: il 45% risiede nelle regioni del Nord, mentre il 19, il 25 e l’11 sono ripartiti fra Centro, Sud e isole. Riguardo all’istruzione, il 25% ha conseguito la licenza media (o un titolo inferiore), quelli con un diploma sono il 54%, mentre il 20 ha una laurea triennale o un titolo superiore.
Il 52% abita con i genitori e fra questi il 31% deve ancora concludere gli studi, mentre il 43 dichiara di non avere risorse per lasciare la famiglia di origine e il 20 di essere soddisfatto e di non voler compromettere il tenore di vita che l’uscita di casa comporterebbe.
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