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Due vittorie di Facebook contro l’antitrust americano

Un giudice distrettuale ha smontato due diverse cause: la prima ritenuta troppo “vaga”, la seconda per decorrenza dei termini. E il titolo vola in borsa

Autore: Antonio Gigliotti
Nel mare di accuse e sospetti che orbitano intorno ai “Big Tech”, Facebook mette a segno due importanti vittorie: un tribunale federale degli Stati Uniti ha appena respinto due distinte cause antitrust presentate contro il colosso di Menlo Park.

Il giudice del tribunale distrettuale di Columbia, James Boasberg, ha stabilito che la denuncia antitrust della “FTC” (Federal Trade Commission) era troppo vaga, mentre una seconda causa anti-concorrenza presentata da una coalizione di stati, è stata respinta per decorrenza dei termini.
Nel primo caso, la denuncia della FTC è stata considerata “legalmente insufficiente” e andava respinta in quanto la FTC “non è riuscita a documentare a sufficienza” l’accusa secondo cui le politiche di Facebook soffocherebbero la concorrenza. Nella causa, la FTC aveva chiesto che il gigante del web, proprietario anche di Instagram e WhatsApp, fosse letteralmente smembrato.

“La denuncia della FTC non aggiunge quasi nulla di concreto sulla questione chiave di quanto potere detenga Facebook. È quasi come se l’agenzia si aspettasse che la corte semplicemente annuisse di fronte all’accusa che Facebook è un’azienda monopolista”.
Separatamente, il giudice Boasberg ha anche respinto la causa anti-concorrenza presentata da una “class action” composta da 45 stati americani: anche questa causa puntava a costringere Facebook a disfarsi di Instagram e WhatsApp, acquisite rispettivamente nel 2012 e nel 2014.

Lo scorso marzo, i legali di Facebook hanno presentato una petizione alla corte federale degli Stati Uniti per respingere la causa, descrivendo la denuncia della FTC come “insensata”. Secondo l’azienda, l’agenzia per la concorrenza “ignora la realtà dinamica e fortemente competitiva del settore high-tech in cui opera Facebook”.
Sul caso, il giudice Boasberg ha affermato che gli stati non hanno fornito “una giustificazione ragionevole” per aver atteso da sei a otto anni prima di citare in giudizio Facebook. Ma soprattutto, la class action è stata in grado di fornire prove circostanziali, limitandosi a presentare “poche argomentazioni e assai confuse”.

“In definitiva, questa azione antitrust è basata su una condotta avvenuta più di sei anni fa, quando avrebbe potuto tranquillamente essere presentata tra il 2012 e il 2014: “Il sistema di applicazione dell’antitrust che il Congresso ha stabilito non esenta i querelanti dalle conseguenze della scelta di non agire per tempo”.

Due notizie che hanno portato il valore di mercato del gigante dei social a superare il trilione di dollari per la prima volta in assoluto. Mentre secondo gli analisti, la violenta battuta d’arresto della FTC potrebbe avere ripercussioni per il futuro della legge anti-concorrenza americana.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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