21 giugno 2021

Europei di calcio: il mezzo disastro della bottiglietta sponsor

Ha iniziato Cristiano Ronaldo, scatenando un effetto domino fra i suoi colleghi che si è fatto sentire pesantemente sulle azioni alla borsa di New York

Autore: Antonio Gigliotti
Nella battaglia degli Europei di calcio, fra pronostici, delusioni e/o entusiasmi (dipende casi), c’è un’entrata a gamba tesa che rischia di avere un costo economico assai salato. Tutto è iniziato con il clamoroso gesto di Cristiano Ronaldo, che giunto in conferenza stampa ha platealmente spostato fuori dall’inquadratura due bottigliette di Coca-Cola (main sponsor dell’evento), invitando tutti a bere acqua.

Sorrisi, qualche accenno di polemica e i soliti “meme” sui social, ma sembrava tutto finito lì, come una goliardata di un personaggio CR7, da lui stesso spiegata come l’avversione verso una bibita gassata ben distante dal suo stile di vita iper-salutista. Il motivo, per quelli meno romantici, sarebbe ben altro: Cristiano Ronaldo è un’azienda letteralmente coperta di sponsor che secondo “Forbes” fattura ogni anno 92 milioni di euro lordi, di cui 30 bonificati dalle aziende che attraverso ingaggi, sponsorizzazioni e accordi commerciali scelgono di legarsi al campione portoghese. Ma fra cui, la Coca-Cola non c’è.

Quello che nessuno si aspettava è che, nelle conferenze stampa post-partita, il gesto di CR7 è diventato un trend: poche ore dopo l’ha imitato il francese Paul Pogba – che ha spostato delle bottigliette di birra Heineken, altro sponsor dell’evento, ma questa volta per motivi religiosi - e dall’italiano Manuel Locatelli, nominato “man of the match” dalla Uefa dopo la seconda vittoria azzurra contro la Svizzera, pare più per questioni di inquadratura. Per contro, l’allenatore della Russia Stanislav Cherkesov ne ha stappata una bevendo una lunga sorsata, mentre il campione della nazionale belga e dell’Inter Romelu Lukaku ha invitato la Coca-Cola a prendere contatto con la sua agenzia per valutare una collaborazione futura.

Insomma, un effetto domino preoccupante su cui dopo CR7 l’Uefa aveva tentato di chiudere un occhio, anche se dopo aver consultato dei legali secondo cui il gesto di Ronaldo è legittimo in quanto l’accordo riguarda in esclusiva la Federazione calcistica Europea, ma sentendosi subito dopo in dovere di correre ai ripari, ricordando alle 24 nazionali di Euro 2020 che “gli sponsor sono fondamentali tanto per il torneo quanto per il calcio europeo”.

Ma c’è di peggio: è bastato che CR7 spostasse le due bottigliette alla vigilia di Ungheria-Portogallo perché il titolo del colosso di Atlanta alla borsa di New York registrasse un crollo verticale costato diversi miliardi di dollari. All’apertura delle borse europee, il titolo Coca-Cola si presentava con 56,18 dollari per azione, diventati 55,22 al termine della conferenza stampa, con un valore di mercato scivolato da 242 a 238 miliardi di dollari, con un danno secco di quattro miliardi. E (forse) non è ancora finita.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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