Sarà presentato il prossimo 14 luglio il “Fit for 55”, un complicato pacchetto di leggi voluto dalla Commissione europea che racchiude direttive e regolamenti che riguardano l’economia, chiamata a fare la propria parte nella riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030.
Il Fit for 55 inizia da una revisione dell’ETS (Emission Trade System), il mercato delle quote di emissione, testato negli ultimi cinque anni nel settore energetico e industriale, e risultato efficace nel ridurre i gas serra. La nuova normativa toccherà dal settore navale a quello dell’aviazione civile, con estensione prevista anche per carburanti, trasporti su strada ed edilizia.
Gli ambiziosi obiettivi di ridurre le emissioni toccheranno anche l’Effort Sharing, in pratica le emissioni non comprese dall’ETS il cui abbattimento è oggetto di uno sforzo collettivo, a cui è chiamato ogni stato membro. A questo si aggiunge l’aumento di una cifra compresa fra il 38 ed il 40% della quota complessiva di energie rinnovabili della UE, contro il vecchio obiettivo fissato al 32%. Sempre in tema energetico, la direttiva modificherà il quadro europeo per la tassazione con lo scopo di penalizzare sempre più l’uso di combustibili fossili in favore delle rinnovabili basandosi su una nuova tassazione che non calcolerà più il volume, ma il contenuto energetico.
Sarà potenziato lo sviluppo di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, di pari passo con l’introduzione di miscele nei carburanti per il trasporto aereo e marittimo, ma la stretta sui parametri delle missioni riguarderà anche automobili e mezzi commerciali, per cui potrebbe avvicinarsi la data in cui su tutto il territorio europeo sarà possibile vendere soltanto veicoli a zero emissioni.
La parte più complessa e discussa del pacchetto di Fit for 55, che sta già muovendo le critiche del WTO (organizzazione mondiale del commercio), riguarda il “CBAM” (Carbon border adjustment mechanism), in pratica una rivisitazione in versione climatica della “carbon tax alle frontiere”, da applicare su prodotti in ingresso come acciaio, ferro, alluminio, energia, fertilizzanti e cemento provenienti da paesi che non dispongono di sistemi di controllo equiparabili all’ETS europeo.
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