23 giugno 2021
23 giugno 2021

I vaccini cinesi mostrano il fianco

Più di 90 paesi al mondo stanno utilizzando Sinopharm e Sinovac, i due vaccini cinesi. Ma secondo gli esperti, l’aumento di infezioni che si registrano ovunque dovrebbe servire come monito sulla loro reale efficacia

Autore: Antonio Gigliotti
La Mongolia aveva promesso ai propri cittadini un’estate “Covid free”, il Bahrain si è lanciato ancora più in là, assicurando un “ritorno alla vita normale”, mentre le Seychelles speravano nel ritorno massiccio del turismo internazionale.

Tre Paesi che hanno riposto la loro fiducia, almeno in parte, nei vaccini prodotti in Cina, che sulla carta avrebbero dovuto permettere ambiziosi e velocissimi programmi di vaccinazione quando gran parte del mondo vagava ancora nel buio. Ma invece di essersi liberati dal coronavirus, tutti e tre sono alle prese con l’ennesimo aumento delle infezioni.

È solo adesso, a mesi di distanza, che si inizia a capire l’efficacia e la differenza fra i tanti vaccini che si sono susseguiti, uno dopo l’altro, e qualcuno inizia a segnare il passo. La Cina ha dato il via alla campagna vaccinale l’anno scorso, impegnandosi a fornire dosi sicure ed efficaci nel prevenire i casi più gravi di Covid. Ma 12 mesi dopo, diversi indizi sembrano suggerire che i vaccini cinesi potrebbero non essere efficaci nel prevenire la diffusione del virus, in particolare per coprire le nuove varianti. Le esperienze dei tre paesi citati qualche riga fa mettono a nudo la realtà del mondo post-pandemico: il grado di ritorno alla normalità può dipendere molto dalla scelta dei vaccini.
Fra il 50 al 68% delle popolazioni di Seychelles, Cile, Bahrain e Mongolia sono state completamente vaccinate, superando addirittura gli Stati Uniti. Ma tutti e quattro, secondo i dati diffusi dal “New York Times”, la scorsa settimana sono stati segnalati tra i primi 10 paesi al mondo alle prese con una preoccupante recrudescenza dell’epidemia. E tutti e quattro stanno per lo più utilizzando i due vaccini cinesi: Sinopharm e Sinovac Biotech.

Al momento, gli scienziati non sono in grado di spiegare perché alcuni paesi con tassi di inoculazione relativamente alti siano alle prese con un ritorno dei contagi: alcune delle ipotesi sono la presenza di varianti, le norme sociali allentate troppo in fretta e i comportamenti imprudenti.
Israele, che ha vaccinato in massa scegliendo Pfizer, ha il secondo più alto tasso di vaccinazione nel mondo dopo le Seychelles, e il numero di nuovi casi giornalieri confermati per milione è di circa 4,95. Nelle Seychelles, che al contrario si sono affidate principalmente a Sinopharm, il numero supera i 716 casi per milione.

Disparità che potrebbero creare un mondo in cui tre tipi di paesi emergono dalla pandemia: quelli ricchi, che hanno usato le loro risorse per assicurarsi dosi massicce di Pfizer-BioNTech e Moderna, quelli più poveri, ancora lontani dall’immunizzare la maggioranza della popolazione, e quelli che completamente vaccinati ma solo parzialmente protetti.

La Cina, così come le oltre 90 nazioni che hanno ricevuto i loro vaccini, potrebbe finire nel terzo gruppo, costretti a lockdown mirati, test e limiti alla vita quotidiana per mesi o anni a venire, con pesanti conseguenze per le economie. E poiché sono sempre di più coloro che mettono in dubbio l’efficacia dei vaccini cinesi, convincere gli scettici potrebbe diventare molto più difficile.

Pechino ha interpretato la propria diplomazia vaccinale come un’opportunità per emergere dal grigiore della pandemia come la potenza globale più influente. Il presidente Xi Jinping in persona si è impegnato a fornire un vaccino definito “un bene pubblico globale”, facile da conservare e trasportare in tutto il mondo. Ci ha creduto la Mongolia, che dopo aver ottenuto milioni di dosi di Sinopharm ha lanciato un programma di vaccinazione e allentato le restrizioni. Al momento risulta vaccinata il 52% della popolazione, ma domenica scorsa si sono registrati 2.400 nuovi casi, quattro volte di più rispetto al mese precedente.

In una nota, il Ministero degli Esteri cinese ha precisato di non vedere alcun legame tra i recenti focolai e i suoi vaccini, scaricando parte della responsabilità sull’OMS, incapace di raggiungere in alcuni paesi numeri di vaccinazioni sufficienti per prevenire un ritorno dell’epidemia. “I rapporti e i dati rilevati mostrano che molti paesi dove sono stati utilizzati i vaccini prodotti in Cina assicurano che siano sicuri e affidabili”.
In realtà, nessun vaccino è in grado di prevenire completamente la trasmissione, e ci si può ammalare anche dopo essere stati vaccinati, ma i tassi di efficacia relativamente bassi dei vaccini cinesi sono additati come una possibile causa delle recenti epidemie.

I vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna hanno tassi di efficacia superiori al 90%, mentre AstraZeneca e Johnson & Johnson superano il 70. Il Sinopharm, sviluppato con l’Istituto di prodotti biologici di Pechino, ha un tasso di efficacia del 78,1% e il Sinovac del 51%. Le aziende cinesi non hanno mai diffuso molti dati clinici per mostrare come i loro vaccini funzionano nel prevenire la trasmissione, anche se uno studio sul Sinovac realizzato in Cile ha mostrato che il vaccino era molto meno efficace di quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna.
Nonostante il picco di casi, i funzionari delle Seychelles e della Mongolia difendono il Sinopharm, comunque in grado di mantenere basso il tasso di mortalità.

Ma diversi scienziati sono meno fiduciosi, e sempre più convinti che sia ragionevole immaginare il vaccino Sinopharm come poco in grado di frenare la trasmissione, con il rischio che i vaccinati possono avere pochi o nessun sintomo e comunque diffondere il virus ad altri.
In Indonesia, dove si sta diffondendo una nuova variante, più di 350 medici e operatori sanitari si sono ammalati di Covid nonostante fossero completamente vaccinati con il Sinovac: in tutto il paese, 61 medici sono morti e dieci di loro avevano assunto il vaccino di fabbricazione cinese.

Il Bahrain e gli Emirati Arabi Uniti sono stati i primi due paesi ad approvare il vaccino Sinopharm, prima ancora che i dati dei test clinici fossero disponibili. Da allora, sono decine le segnalazioni di persone vaccinate che si sono ammalate.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy