La differenza fra un uomo e un bambino, diceva qualcuno, è solo nel costo dei giocattoli. Quello di Jeff Bezos, non poteva che essere un capriccio proporzionato ad una fortuna valutata da “Forbes” in 205 miliardi di dollari.
Sognava da quand’era piccolo, ha raccontato Bezos ai giornalisti poco prima di prendere posto sulla navicella “New Shepard”, di vedere il mondo da un oblò, come diceva una vecchia canzone degli anni Ottanta. Un sogno che si è tolto pochi minuti fa, alle 8:13 di mattina ora locale, sparato in cielo dal Texas senza pacchi da consegnare fino a raggiungere i 100 km dalla superficie terrestre. Una distanza che supera di 16 km il record di Branson della scorsa settimana e passa anche la “linea di Kàrmàn”, la riga convenzionale che divide i voli spaziali da quelli suborbitali. Ma in fondo fa lo stesso, quisquiglie di poco conto: l’importante era togliersi uno sfizio riservato a pochi eletti.
Jeff era accompagnato dal fratello Mark e in compagnia del giovanissimo Oliver Damien, con un biglietto comprato da papà per il 18esimo compleanno, e Wally Funk, 82 anni, arzilla veterana dell’aviazione americana. Sono l’essere umano più giovane e più anziano che abbiano mai superato la stratosfera terrestre.
Il viaggio, della durata di 11 minuti appena, ha permesso ai quattro turisti spaziali, di provare per tre minuti circa la sensazione dell’assenza di gravità, e soprattutto di vedere la sfera del nostro pianeta da uno dei finestrini della navicella. Il sogno di ogni terrapiattista che si rispetti, probabilmente.
Con il volo di Bezos, si è ufficialmente aperta l’era del turismo spaziale, come assicurato dalla società aerospaziale “Blue Origin”, che ha nell’ultima conferenza stampa prima della partenza ha confermato l’intenzione di fare altri due viaggi entro l’anno, “e molti altri in futuro”, con al caldo una lunga lista di potenziali clienti, gente dotata di conti correnti stratosferici, ovviamente.
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