Intere generazioni di italiani sono cresciute comprando, scambiando e incollando le figurine dei calciatori “Panini”. Erano nate nel 1960, da un’idea di due fratelli emiliani, Benito e Giuseppe Panini, titolari di un’agenzia di distribuzione stampa. Quella che i due fratelli hanno conquistato era un’Italia semplice, contadina e impacciata che veniva fuori dalla guerra, e le figurine uno dei pochi divertimenti possibili, ma anche l’unico modo per vedere finalmente i volti dei calciatori, fino ad allora soltanto dei nomi sentiti alla radio.
Poi negli anni è arrivato tutto il resto, la televisione, internet, e malgrado sempre meno ragazzini hanno voglia di passare i pomeriggi a ripetere “celo, manca”, la Panini continua a macinare utili. Il 2020 si è chiuso con 800 milioni di ricavi e un margine lordo di 230 milioni.
Quanto basta per trasformare l’azienda modenese, pilastro della storia del costume italiano, in un boccone economico fra i più ambiti, attraversando decenni di cessioni e riassetti, pur senza mai rinunciare all’anima modenese. Da De Benedetti alla Mondadori, dal gruppo inglese Maxwell alla De Agostini, dalla Marvel alla Fineldo di Vittorio Merloni, in tanti sono stati tentati dalla strada delle figurine che sembrano infischiarsene del tempo.
Ma adesso, per la settima volta, la Panini sembra prossima a volare dall’altra parte dell’oceano. Secondo alcune indiscrezioni di “Bloomberg”, le sorelle Baroni e l’ad Aldo Hugo Sallustro, gli azionisti di riferimento, stanno per cedere la metà dell’impero alla “Slam Corp”, una “Spac” (Special Purpose Acquisition Companies) lanciata dalla “A-Rod Corp” e dall’hedge found “Antara Capital” che per mettere a segno l’affare ha raccolto 575 milioni di dollari.
La prima, la A-Rod Corp, è la società di proprietà di Alex Rodriguez, fino al 2017 stella assoluta del baseball statunitense, passato anche dalle pagine di cronaca rosa per una lunga relazione con Jennifer Lopez.
Le indiscrezioni di Bloomberg parlano di fitte trattative che si concentrano soprattutto sul valore dell’azienda a fronte di una richiesta di 3 miliardi di dollari, considerata eccessiva visto che pochi mesi fa le offerta di vendita finite sui tavoli delle società di private equity stimavano un valore non superiore ai 2,5 miliardi. La Panini è presente in 125 Paesi fra Europa, America Latina e Stati Uniti, e oltre alle figurine pubblica fumetti e riviste per ragazzi.
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