23 giugno 2021

La Nato vara l’operazione “Diana”, alla ricerca di startup

Rinforzato dalla visita europea di Biden, il Patto Atlantico ha deciso di varare un programma per aggiornare le proprie difese, considerate ormai vecchie e obsolete contro armi sempre più sofisticate di Russia e Cina

Autore: Redazione Fiscal Focus
Gli effetti della recente trasferta europea del presidente americano Joe Biden iniziano a farsi sentire: la “Nato”, l’organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa che lega gli Stati Uniti e 29 paesi europei, ha appena annunciato l’operazione “Diana”.

Non si tratta di una campagna militare con invio di truppe e mezzi, ma di un più raffinato progetto di ricerca di startup e nuove tecnologie per affinare la difesa in particolare verso i cyber attacchi lanciati da Russia e Cina.

L’operazione, illustrata alla stampa e dotata di un fondo pari a 70 milioni di dollari all’anno per un arco di 15 anni, è definita “un acceleratore di startup e imprese innovative” che agiscono in campi come l’intelligenza artificiale, i big data e i computer quantistici, ma con l’obiettivo di includere anche nel medio termine settori altamente strategici come la difesa spaziale, la bio-ingegneria i motori supersonici. Due le sedi operative di “Diana”, una in Europa e l’altra negli Stati Uniti, entrambe chiamate a scovare progetti e nuove soluzioni da aziende fidate, inserite in una speciale “white list” che, una volta individuate, saranno coperte dal massimo livello di segretezza per scongiurare fughe di notizie e spionaggio tecnologico.

Un bisogno di aggiornamento dei dispositivi di difesa sintetizzato da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato: “Per decenni, gli alleati del Patto Atlantico hanno dominato la tecnologia, ora non è più così”. A gettare benzina sul fuoco anche il “Financial Times”, che in un’inchiesta ha ipotizzato da parte di Pechino un massiccio utilizzo dell’intelligenza artificiale per pianificare attacchi sempre più sofisticati. A fargli eco è arrivato anche il quotidiano “Politico”, che ha bollato come ormai “scarsi e obsoleti” gli equipaggiamenti a disposizione delle forze europee.
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