Il caro bollette continua a essere argomento centrale del dibattito politico, economico e sociale, impattando sulla quotidianità di contribuenti, professionisti, imprese che oggigiorno a seguito del conflitto Russo-Ucraino continuano a fare i conti con bollette dai costi talmente tanto salati che – nel peggior dei casi – costringono le Partite Iva a chiudere i battenti.
L’insediamento del nuovo Governo guidato dal neo-Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stato susseguito dal primo Decreto fiscale (ancora una bozza) destinato non solo ad attenuare i rincari che pesano sulle tasche dei cittadini, ma anche (a sorpresa) a modificare la maxi detrazione del 110% (si veda l’articolo “
Decreto Aiuti-quater in arrivo” del 10 novembre 2022 e “
Decreto Aiuti Quater: le principali misure in arrivo” dell’11 novembre 2022).
Il nuovo decreto – rispettivamente agli articoli 1 e 3 – prevede la possibilità di fruire del credito d’imposta per le spese sostenute per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale anche per l’imminente mese di dicembre e, la possibilità per le imprese di rateizzare le bollette a 36 rate, a condizione che il beneficio decada qualora vi sia il mancato pagamento di due rate consecutive (si veda l’articolo “
Decreto Aiuti-quater: rateizzazione delle bollette per le Pmi fino a 36 mesi” del 14 novembre 2022).
Entrambe le misure hanno il fine di agevolare l’impatto negativo prodotto dall’incremento dei prezzi per le imprese, ma diventa doveroso chiedersi perché non rientrano tra questi anche gli Studi professionali. Quest’ultimi, infatti, considerato che le condizioni per fruire delle agevolazioni sono le medesime del precedente decreto, non sembrerebbero essere inclusi in quanto non rientrano tra le imprese che presentano consumi elevati di energia elettrica, i quali, impattano fortemente sul fatturato delle stesse (cd. Imprese energivore).
Nonostante le continue raccomandazioni al fine di limitare i consumi gli aumenti esistono anche per chi svolge la propria attività di libero professionista nel proprio studio. Commercialisti, Avvocati e il resto degli Studi Professionali rimarcano quanto sia necessario continuare a mantenere il costante utilizzo degli strumenti primari per svolgere il proprio lavoro e quanto lo Smart working non sia la soluzione giusta per diminuire i consumi.
Gli Studi professionali, dunque, si ritrovano a fronteggiare i rincari dell’energia, la crescita dell’inflazione e anche clienti che – a causa dell’aumento dei prezzi – non riescono a saldare i pagamenti a loro dovuti, solamente appoggiandosi a delle “contromisure” raccomandate dallo Stato per diminuire i consumi.