In questi mesi abbiamo sentito spesso parlare di incentivi del Governo alla natalità e dell’Italia come uno dei paesi europei con il più basso tasso di natalità, insomma il tema della natalità è al centro del dibattito in Italia. Ma quanto costa effettivamente un figlio a una famiglia in Italia? E quanto siamo disposti a far rinunce per i nostri figli?
La ricerca - Lo sappiamo che le famiglie sono costrette sempre più a fare i conti con il caro vita, ma a far loro proprio i conti in tasca è l’ultimo osservatorio mensile di Findomestic (Gruppo Bnp Paribas) in collaborazione con Eumetra e Research Dogma, mostrando esattamente quanto costa mantenere un figlio e qual è la propensione al consumo da parte delle famiglie.
La ricerca, che ha raccolto dati tra il 29 settembre e il 3 ottobre, ha evidenziato in modo chiaro che mantenere i figli costa sempre più caro e, complice in tutto questo è anche l’inflazione che provoca un aumento dei prezzi al consumo inarrestabile.
La spesa per ogni figlio che abita in famiglia, è aumentata del 15% rispetto all’anno precedente e si spendono circa 500 euro al mese (precisamente 462 euro).
Le spese principali sono destinate all’abbigliamento e calzature, ai generi alimentari e all’istruzione i settori maggiormente colpiti dai rincari, a seguire troviamo le spese per gli spostamenti e i viaggi, per la salute e lo sport e poi tutte quelle per altri beni necessari tra cui i giochi e la tecnologia agli ultimi posti.
Anche se le spese sono in aumento, in fondo si sa che non badiamo a spese per i nostri figli. Infatti, solo il 14% del campione taglierebbe le spese non strettamente necessarie dedicate ai figli, il 36% rinvierebbe altri acquisti per la famiglia, il 32% rinuncerebbe ad altre spese.
Fare un figlio o non fare un figlio? – Non è sorprendente constatare che tra le motivazioni per cui una famiglia sceglie di non avere figli, ci sia quella economica. Sorprende invece il pessimismo tra gli intervistati prodotto dall’inflazione e dall’idea che i prezzi continueranno a salire ancora per molto tempo. 4 su 10 degli intervistati che non ha figli, non ha, infatti, alcuna intenzione di averne in futuro se la propria situazione economica non migliora.
“L’inflazione – commenta Gilles Zeitoun, Amministratore Delegato e Direttore Generale Findomestic – rappresenta costantemente da un anno a questa parte la preoccupazione principale degli italiani seguita dal calo del potere d’acquisto della propria famiglia. Le rilevazioni dell’Osservatorio Findomestic evidenziano come anche nel corso del 2023, nonostante il rallentamento dell’inflazione, 8 su 10 continuino ad avvertire rincari più o meno consistenti e per il 64% i prezzi continueranno a salire. Elementi che contribuiscono a frenare la propensione al consumo e all’aumento percentuale di chi guarda al futuro con pessimismo (59% dal 50% di giugno)”.
Sia chi ha figli, che chi non ne ha ancora (il 53% del campione), sono convinti che servano maggiori aiuti economici da parte dello Stato per sostenere la genitorialità. Chi non ha ancora dei figli pensa che sia necessaria anche una politica che renda più stabile il lavoro (circa il 55% degli intervistati senza figli) o il sostegno per alcune spese ritenute più importanti di altre, come quelle per l’asilo o la baby-sitter (il 51% del campione senza figli), oppure, con percentuali più basse, la necessità di avere orari di lavoro più flessibili o la necessità di poter sfruttare lo smart working.
Conclusioni - In un Paese che invecchia sempre di più, l’anno scorso sono nati 180mila bambini in meno rispetto a 15 anni fa, e dove regna il pessimismo soprattutto tra i giovani, lo Stato dovrebbe impegnarsi molto oltre le aspettative per riuscire ad invertire questa tendenza con politiche rivolte alla genitorialità molto vantaggiose e che facciano realmente la differenza, per cercare di dare un futuro a un Paese che al momento non è certo per neonati.
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