La “TC Energy Corporation”, la compagnia canadese che ha sviluppato il progetto dell’oleodotto “Keystone XL”, ha citato per oltre 15 miliardi di dollari di danni il governo degli Stati Uniti, sostenendo che revocando il permesso per il progetto avrebbe violato gli obblighi di libero scambio.
La compagnia energetica aveva annunciato le procedure per annullare il controverso progetto dell’oleodotto Keystone, dopo che nel primo giorno da presidente, Joe Biden aveva firmato un ordine esecutivo che revocava il permesso, fermato una prima volta nel 2015 da Obama ma riavviato da Trump nel 2017. L’annuncio ha messo fine a più di un decennio di controversie, facendo segnare una vittoria per gli ambientalisti che giudicavano il progetto una deleteria aggiunta alla crisi climatica in corso.
Per recuperare i danni economici derivanti dalla cancellazione del progetto, la TC Energy venerdì ha presentato presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per avviare un reclamo in ambito “NAFTA” (North American Free Trade Agreement), l’accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Messico e Canada.
Quando è stata annunciata la revoca del permesso, la TC Energy ha avvertito che la scelta avrebbe causato “al licenziamento di migliaia di lavoratori”. Il progetto, che mirava a portare 830mila barili di sabbie bituminose al giorno dal Canada agli Stati Uniti per 2.000 km circa, è stato oggetto di controversie ambientali e politiche per anni, e secondo alcuni potrebbe convincere Biden a mettere la parola fine anche su altri progetti come la “Linea 3” e l’oleodotto “Dakota Access”.
La notizia della causa intenta dalla TC Energy al governo degli Stati Uniti è trapelata poco prima dell’incidente al gasdotto nel Golfo del Messico che ha causato un violento incendio in mezzo all’oceano.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata