7 giugno 2021

Save the Children: “in Italia si registra una significativa povertà educativa digitale”

I così detti “nativi digitali” sono coloro nati nell’era in cui la tecnologia digitale, era già molto diffusa, con l’avvento di Internet e del pc. Nonostante le premesse, però, una percentuale notevole di studenti, mostra delle difficoltà nell’utilizzo degli strumenti tecnologici, sebbene l’ultimo anno sia stato caratterizzato da un significativo utilizzo di pc e smartphone, a causa della pandemia.

Dal mese di marzo 2020 è stata introdotta la didattica a distanza ma 1/5 degli studenti, ad oggi, non riesce ad eseguire dei semplici passaggi con gli strumenti informatici, come condividere lo schermo durante una chiamata sull’app Zoom (11%), scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola (29,3%), oppure utilizzare un browser per l’attività didattica.

Tali considerazioni, emergono dai dati diffusi dall’indagine pilota, guidata da Save the Children, in occasione dell’iniziativa “Riscriviamo il futuro”, per far fronte alla povertà educativa e digitale, invitando a firmare il Manifesto creato in collaborazione con i ragazzi, i quali chiedono al governo una maggiore considerazione, nelle politiche di rilancio del Paese, ponendo l’accento sulla scuola e le opportunità educative.

Dall’indagine si evince che l’82% degli studenti, prima dello scoppio della pandemia, non aveva mai utilizzato un tablet a scuola, mentre il 32,5% non ha mai usufruito della Lavagna interattiva multimediale, la Lim. Si evidenzia, dunque, una povertà educativa digitale, causata dalla carenza di opportunità che consentano di apprendere e sviluppare, talenti e capacità, tramite l’utilizzo etico e responsabile degli strumenti digitali. A tal proposito, la direttrice generale di Save the Children, Daniela Fatarella, sottolinea, quanto sia fondamentale che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, includa il diritto all’educazione per tutti, considerando la rivoluzione digitale in corso, per consentire ai bambini e agli adolescenti, la possibilità di accedere alle reti e agli strumenti digitali, e soprattutto l’opportunità di acquisire le competenze digitali necessarie.

Dall’indagine, d’altra parte, si evidenzia come la povertà educativa digitale, riguarda, in generale, tutti i bambini e i ragazzi delle nuove generazioni, che presentano delle lacune nella conoscenza e nell’utilizzo delle tecnologie digitali, aldilà delle migliori o meno condizioni socio-economiche dell’ambiente familiare.

In conclusione, l’analisi rende noto che un numero significativo degli studenti che hanno preso parte allo studio, non sono a conoscenza delle regole relative all’utilizzo della propria immagine da parte dei social, dell’età minima per avere un profilo, oppure non sono in grado di eseguire dei passaggi basilari per limitare l’accesso al proprio profilo ad amici e conoscenti e di far fronte all’uso improprio della loro immagine da parte di terzi.

Oltre il 50%, inoltre, non è a conoscenza delle conseguenze legali correlate alla condivisione di contenuti offensivi sui social e non è in grado di distinguere una fake news da una notizia vera, in relazione all’attualità.
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