Il dato vero, che si estrapola da un’indagine Ipsos e Osservatorio Legacoop, è uno solo e fa pensare: la fiducia degli italiani cresce, al punto che gli ottimisti superano i pessimisti.
Ricordare con certezza matematica da quanti decenni non si verificava una simile congiunzione astrale non è impresa semplice, escludendo il Cretaceo e il Medioevo forse bisogna correre indietro nel tempo fino al clamoroso “boom” vissuto a cavallo fra i Cinquanta e i Sessanta, quando la Lira italiana faceva invidia al mondo intero. Da allora, per gli italiani credere nelle possibilità del loro Paese è diventata una fatica assai ardua, se non disperata.
Invece, racconta il rapporto, la visione verso le prospettive dell’economia italiana a sei mesi sono tinte di rosa, così come quelle ancora più vicine e sensibili che riguardano le finanze personali e i bilanci familiari. Restano parcheggiati alla periferia dell’ottimismo i perplessi e gli scettici, ma quelli ci sono sempre e ovunque, che si parli della Terra piatta o dei vaccini che secondo qualcuno trasformano gli esseri umani in database viventi che si nutrono di “libri di cibernetica e insalate di matematica”.
Nel dettaglio, il 42% degli intervistati si dice convinto che la “nave Italia” abbia imboccato la rotta giusta, con una crescita di fiducia che fa segnare 20 punti netti in più rispetto alla stessa domanda, ma fatta nel novembre dello scorso anno. E al contrario, chi pensa che la stessa nave sia in realtà alla deriva e diretta verso uno scoglio simile a quello che ha affondato la “Costa Concordia”, scendono al 39%, questa volta 22 punti in meno rispetto a sette mesi fa.
Dati che si riflettono anche nelle prospettive a sei mesi, per il 41% destinate a migliorare sensibilmente, inseguiti da un rimasuglio del 28% di italiani convinti che tanto non ce la faremo proprio perché siamo italiani. Ma l’ottimismo dilagante questa volta non indietreggia e finisce per contagiare anche le prospettive della propria situazione economica, che resterà invariata per il 45%, migliorerà per il 28% e peggiorerà per il 20%. Per finire con il giudizio complessivo sulle istituzioni del Paese, per cui oltre la metà degli italiani dichiara di non avere alcuna fiducia nelle istituzioni, mentre il 42% pensa positivo.
Rispetto alla media generale, i giudizi specifici sono diversi: ai primi tre posti della classifica svettano la Polizia (65%), i Carabinieri (64%), le Forze Armate (63%), seguiti al quarto posto da Papa Francesco (58%). Ad un gradino di distanza (57%), la Guardia di Finanza, la Scuola e l’Università, tallonate da Comuni (56%) e Regioni (54%). Scendendo, all’ultima posizione arrivano i partiti politici, che rimediano un miserrimo 16%.
“L’emergenza sanitaria è stata lunga, piena di imprevisti e preoccupazioni inedite. E le sue conseguenze economiche e sociali si annunciano profonde – commenta Mauro Lusetti, Presidente di Legacoop – l’impressione generale, però è che finalmente abbiamo scollinato. Hanno avuto un ruolo centrale le vaccinazioni e il PNRR. Ma attenzione: quest’ultimo è importante sia direttamente sia indirettamente per il clima che attorno ad esso si è creato, un clima di fiducia e attesa che, come sappiamo, è fondamentale nel nostro Paese, che quando crede fortemente in qualcosa è capace di iniziative straordinarie. Ma con un caveat: la perdurante e profonda sfiducia, delusione, quasi fastidio per le istituzioni o, meglio, per le “classi dirigenti” italiane. Non che non sia meritata, ma il ciclo che ora si apre può essere l’occasione per affrontare anche questo punto come una priorità: in fondo il PNRR è soprattutto un piano di riforme, un terreno ideale per invertire una sfiducia forse atavica nella capacità di cambiare l’Italia”.