Per assistere al ritorno dei consumi delle famiglie italiane, ai livelli pre pandemia, bisognerà attendere il 2023, anche se alcuni interventi straordinari tra cui il taglio generalizzato dell’Iva, finalizzato al rilancio della domanda interna, potrebbero accelerare la ripresa. Al contempo, si rendono necessarie ulteriori misure che dovranno agevolare l’accesso al credito, al consumo e ai mutui, migliorare nel tempo i bonus e gli ecobonus e, infine, favorire i prodotti green. Tali considerazioni si evincono dal «Rapporto Coop 2021 – Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani» condotto dall’Ufficio studi dell’Associazione nazionale cooperative di consumatori in collaborazione con Nomisma, Nielsen, Gfk, Gs1, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Crif, Tetra Pak Italia.
Il rapporto individua nel 2023, secondo un panel di esperti, imprenditori e uomini d’azienda, l’anno in cui avverrà la ripresa dei consumi poiché per quanto la crescita del Pil, dell’export e degli investimenti, siano fattori positivi, l’Italia non può ripartire senza rilanciare la domanda delle famiglie – sottolinea Marco Pedroni – presidente di Coop Italia e di Ancc-Coop. Oltre ad un intervento sull’Iva e altri incentivi fiscali, si rende necessario, dunque, intervenire con una politica dei redditi per rilanciare l’occupazione. In tale contesto bisognerà aiutare, soprattutto, le categorie che versano in difficoltà economica, infatti, quest’anno, 27 milioni di italiani hanno vissuto, quotidianamente, delle situazioni di disagio, che li hanno costretti a fare dei sacrifici, soprattutto, in ambito alimentare.
Il rapporto Coop, inoltre, precisa che il carrello della spesa tende a prediligere, sempre di più, prodotti bio e di stagione, e a diminuire il consumo di carne, in modo da ridurre l’emissione di CO2. Tali scelte, nel futuro immediato, diventeranno sempre più comuni e di conseguenza, ci sarà un risparmio su acqua e terreno. Altresì, si evidenzia che le proteine, nel primo semestre del 2021, hanno raggiunto i 3,7 miliardi di valore venduto, rispetto ai 3,2 del medesimo periodo del 2019.
Infine, fanno ben sperare i dati sulle vendite nel largo consumo, in effetti, tra luglio e metà agosto si sono avvicinate a 1,3 miliardi (+2,5 rispetto allo stesso periodo del 2019). Analizzando la sola spesa alimentare, nei medesimi giorni del 2019, la crescita è stata del 3,5% a quasi 9,58 miliardi. Tra l’altro, il report evidenzia che si sta verificando un lento ritiro della marca industriale, dettato dal fatto che le famiglie preferiscono quella del distributore (Mdd), che entro fine anno, raggiungerà una quota del 21%. Tuttavia, gli esperti stimano che nei prossimi 12-18 mesi, un’inflazione moderata interesserà i prezzi dei prodotti agricoli e dei listini praticati dall’industria alle catene di distribuzione. In merito, già negli ultimi mesi ci sono stati dei segnali con aumenti causati dalla scarsità delle materie prime, rallentamenti della filiera e nella logistica ed eventi climatici, per cui, il presidente di Coop Italia, ribadisce l’importanza di indirizzare risorse e politiche più incisive a favore dei consumi.