Lo chiamavano “mister antivirus”, perché nel 1987 John McAfee aveva fondato in California un’azienda specializzata nella sicurezza informatica, intuendo prima di molti altri che l’enorme espansione dei computer avrebbe avuto sempre più necessità di protezione.
Nel 2000, il “McAfee VirusScan” aveva 50 milioni di utenti registrati, diventando uno degli strumenti più apprezzati per la sicurezza di PC e dispositivi mobili.
Poche ore fa, John McAfee si è suicidato nella cella di un carcere di Barcellona, in Spagna, dopo aver saputo che il tribunale dell’Audiencia National aveva dato il via libera all’estradizione negli Stati Uniti, dov’era ricercato per aver evaso 4,2 milioni di dollari al fisco fra il 2014 ed il 2018. Rischiava 30 anni di galera.
Sul caso indaga il Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, che si è limitata a confermare la morte dell’imprenditore per probabile suicidio. McAfee, 75 anni, era stato arrestato nell’aeroporto di Barcellona lo scorso ottobre, ma la sua vita dopo l’uscita dall’azienda che aveva creato e portato al successo planetario era stata un crescendo di investimenti sbagliati, droga, armi, corruzione, truffe e perfino un maldestro tentativo di candidarsi alle presidenziali americane. Nel 2012, il suo nome era finito al centro dell’omicidio di un suo vicino di casa in Belize, dove aveva una delle tante residenze in cui si spostava di continuo. Prima ancora di essere interrogato era riuscito a fuggire chiedendo asilo politico in Guatemala, dov’era stato respinto. Nel 2019, il nome di John McAfee era finito nuovamente agli onori delle cronache: fermato dalla polizia nelle acque territoriali della Repubblica Dominicana, a bordo del suo yacht gli agenti avevano scoperto un carico di armi.
Da sempre convinto che il vero motivo della richiesta di estradizione verso gli Stati Uniti fosse una “vendetta politica”, il 15 ottobre dello scorso anno McAfee aveva postato un tweet dal carcere che oggi suona in modo inquietante: “Mi trovo bene, ho degli amici e il cibo è buono. Va tutto bene. Sappiate che se mi uccidessi in cella come Jeffrey Epstein non sarebbe colpa mia”.
Poche ore prima che la polizia scoprisse il corpo senza vita, un altro mistero: sul suo account Instagram è stata pubblicata una lettera “Q”, all’apparenza il riferimento alla teoria della cospirazione “QAnon”.
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