Che l’Italia, e più in generale l’Europa, siano un intricato labirinto di regole è un dato di fatto, così come è innegabile che la burocrazia rappresenti spesso un freno, anche quando mira a obiettivi diversi da quelli che poi riesce effettivamente a raggiungere.
Se persino il Vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale della Commissione Europea ha annunciato un pacchetto di misure per la semplificazione burocratica, significa che qualcosa sta cambiando nel sentire comune delle istituzioni.
Manuele Orsini, presidente di Confindustria, si è recentemente espresso su questa tematica, sottolineando la necessità di snellire la burocrazia che grava sul mondo dell’industria. Rendere più semplice il lavoro delle imprese in Italia deve essere un obiettivo condiviso. Orsini ha dichiarato di aver presentato al governo 80 misure a costo zero, alcune delle quali già approvate e altre in fase di valutazione.
Ma non basta la deregulation: è fondamentale attuare vere e proprie politiche industriali a lungo termine, sia a livello nazionale che europeo. Secondo Orsini, è necessario chiedere al governo interventi con una visione strategica da un minimo di 3 ad un massimo di dieci anni, ed è proprio ciò che Confindustria si aspettava dalla Legge di Bilancio 2025. Oltre alle riforme normative, servono investimenti concreti per dare impulso alla politica industriale.
Investire nell’energia - Il leader di Confindustria ha ribadito che il problema energetico è urgente e va affrontato senza esitazioni. In particolare, ha sottolineato la necessità di “disaccoppiare il costo delle fonti fossili da quello delle rinnovabili e sviluppare politiche industriali anche sul gas”.
L’importanza del dialogo con gli Stati Uniti - Lo spettro dei dazi rappresenta una minaccia per l’economia italiana, e su questo Orsini è stato chiaro, occorre avviare trattative con gli Stati Uniti, incentrate su due temi chiave: difesa e gas. Lo stesso ha ribadito la necessità di mantenere rapporti solidi con Washington, considerando che le imprese italiane esportano verso gli USA beni per un valore di 60 miliardi di euro.
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