9 maggio 2011

Alice nel paese delle meraviglie

A cura di
Antonio Gigliotti

In questi giorni è davvero difficile sfuggire alle notizie e ai commenti sul decreto Sviluppo varato dal Governo, per non parlare delle reazioni suscitate dalla lettera scritta da Attilio Befera. Mentre mi informo e presto attenzione alle riflessioni, ad esempio, dei miei colleghi inizio a sentirmi sempre più “Alice nel Paese delle meraviglie”. Sì, proprio come la protagonista della favola di Lewis Carrol. Possibile che sia l’unico a credere che i provvedimenti appena votati non siano in grado di risolvere i problemi che affliggono il nostro Paese?
Viviamo una crisi che sta portando – tanto per fare un esempio tra tanti – le piccole e medie imprese ad abbassare le saracinesche (noi che le seguiamo nei nostri studi ne sappiamo qualcosa) perché fanno fatica a pagare i propri dipendenti e devono quasi elemosinare al funzionario di banca un leggero sconfinamento o il prolungarsi del rientro preconcordato.
Sono secondo Voi, l’innalzamento del limite della contabilità semplificata, il bonus assunzioni per il Sud, le piccole agevolazioni nel settore edilizio o addirittura le nuove regole sullo spesometro che possono dare uno slancio significativo alla nostra economia? Un’economia che arranca a riprendersi?
Perdonatemi la franchezza, ma penso proprio di no. Servono, a mio modesto giudizio, interventi strutturali. Bisogna abbandonare la tendenza a mettere in campo interventi frutto di una politica fiscale sempre più guidata dall’esigenza di far cassa.
Passiamo poi alla lettera firmata da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate. Questi richiama i suoi stessi dirigenti ad avere un rispetto maggiore del contribuente nella fase dei controlli. Controlli che dovranno essere condotti secondo le regole della correttezza ed efficienza.
Ora, questa lettera ha suscitato clamore e addirittura ricevuto il plauso di alcuni. Io, dopo averla letta, ero basito, sgomento. per me è assurdo che un direttore chieda di fare un accertamento solo se ha un fondamento solido; di abbandonare una verifica se non emergono elementi concreti; di non pretendere dal contribuente adempimenti inutili; di non ritardare l'esecuzione di sgravi o rimborsi spettanti al 100% . Queste regole dovrebbero essere il fondamento di uno stato democratico, non argomenti oggetto di un richiamo da parte del proprio direttore.
Sogno o mi sono perso qualcosa?
Io tutto questo entusiasmo per quanto detto e fatto non l’ho visto tra i miei colleghi. Non l’ho visto girando l’Italia a fare i corsi di formazione. Al contrario ho incontrato colleghi esasperati, esausti. Una base che si lamenta costantemente di coloro che ci rappresentano.
Le cose son due: o loro o noi vediamo, viviamo, in una realtà che non c’è. Con la differenza che noi ogni giorno siamo chiamati a barcamenarci con quanto da loro previsto. E non da una giorno, ma da anni.
E allora, mi chiedo, su cosa si fonda tutto questo entusiasmo? Qual è questa ottima partenza, come definita da qualche illustre opinionista, a cui stiamo assistendo? Sarà ciò che è stato fatto nei giorni scorsi? E cosa cambierà veramente per i professionisti che oramai sono ridotti a fare (gratis) i segretari dell’amministrazione Finanziaria?
I cambiamenti devono essere il frutto di una programmazione e non invece conseguenza di contingenze o circostanze del momento. Ecco perché non credo a ciò che è stato varato nei giorni scorsi.

Tratto da “Alice nel Paese della meraviglie” di Lewis Carrol.
Alice rise: «È inutile che io ci provi», disse ancora: «non si può credere ad una cosa impossibile.» «Oserei dire che non ti sei allenata molto», ribatté la Regina. «Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione».

A chi come me è stato accolto da scetticismo e non da entusiasmo consiglio questo esercizio, magari un giorno riusciremo anche noi ad immaginare tutto più bello come ho sentito fare in questi giorni.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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