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Buona Pasqua e “Siate i capitani della vostra anima”

Autore: antonio gigliotti
Si muore per cause naturali o accidentali.
Si muore per mano violenta, come a Parigi, a Bruxelles. Anche per una vignetta dissacrante, come per CharlieHebdo. Sono tanti i modi di morire.

Ma si muore anche dentro quando si scompare a sé stessi.

Penso sia capitato a tutti, almeno una volta. Se non sulla nostra stessa pelle, lo abbiamo visto negli occhi dei nostri cari, dei nostri amici, dei colleghi. Lo abbiamo provato nel lavoro tutte le volte che la nostra professione viene vessata da scadenze e balzelli.

Innanzi agli ostacoli che la vita ci mette di fronte, ci sono uomini che si arrendono. Altri che si immolano per un falsa ideologia. E poi ci sono quelli che si rialzano, dopo l’ennesimo colpo al cuore. Quelli che diventano i padroni del proprio destino, quelli capaci di tramutare il vizio in virtù, quelli capaci di rinascere. Quelli che diventano tanto belli quanto la Fenice che ha trasformato le ceneri e il dolore in una meravigliosa nuova vita.

In occasione della Pasqua quest’anno non voglio augurarvi pace e serenità. Auspico invece di vivere con più coraggio. E che il coraggio diventi, per tutti noi, un’abitudine. Che i venditori di morte siano sconfitti dalla resurrezione dell’anima. Perché la Pasqua è anche questo. Perché un uomo coraggioso più di 2000 anni fa ha sfidato il potere e le convenzioni, si è fatto uccidere per questo. Ma poi è risorto.

In un momento così lacerante non solo per il Paese, per tutto il mondo, io ho un sogno e questa volta desidero delegare le mie parole a una poesia di William Ernest Henley. Un inno alla speranza, al coraggio di rialzarsi dal profondo della notte quando è buia come l’abisso.

Dalla notte che mi avvolge nera
Come la fossa dell’inferno
Rendo grazie a qualunque dio ci sia
Per la mia anima invincibile

La morsa feroce degli eventi
Non m’ha tratto smorfia o grido
Sterzata a sangue dalla sorte
Non si è piegata la mia testa

Di là da questo luogo d’ira e di lacrime
Si staglia solo l’orrore della fine
Ma in faccia agli anni che minacciano
Sono e sarò sempre imperturbato

Non importa quando angusta sia la porta
Quanto piena di castighi la vita
Io sono il padrone del mio destino
Il capitano della mia anima.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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