28 maggio 2012

Cambio di rotta …

A cura di Antonio Gigliotti

Cari colleghi, la settimana scorsa il neo presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha tenuto il suo primo discorso pubblico in cui si ponevano questioni concrete e si lasciavano in secondo piano le parole vuote della politica. Squinzi ha detto cosa serve oggi all’Italia delle piccole e medie imprese per uscire dalla crisi, per renderle sempre più competitive. Insomma, è stato un discorso di un vero industriale con competenze specifiche. Cosa da non dare per scontata. Molte volte, infatti, assistiamo al pronunciamento di belle parole imparate a memoria e scritte da altri, con il solo scopo di fare bella figura…

Il presidente di Confindustria, nel suo intervento, ha dimostrato di conoscere bene la realtà di cui parlava. Squinzi ha ribadito come sia difficoltoso fare l’imprenditore in Italia e quanti rischi esistano. Lo stesso ha affermato che non si può sostenere la crescita e favorire l’occupazione se non si creano incentivi per le imprese. Ma certamente la parte più importante del discorso è stata nell’attacco ai finti tagli alla spesa pubblica annunciati da Monti ma ancora non realizzati. Lo stesso interviene anche sul nodo delle tasse, il cui livello ha ormai raggiunto dei limiti non più sostenibili (circa il 68% effettivo), al di sopra della media degli altri Paesi europei.

Il discorso che stiamo commentando insieme va bene non soltanto per gli imprenditori, ma potrebbe essere preso in prestito da un partito nel caso in cui si voglia veramente dare uno slancio al Paese. Detto in due parole, ci sarebbe bisogno di un vero taglio alla spesa pubblica (senza tanti tecnici e tecnici dei tecnici), una buona riforma del lavoro, una riduzione delle tasse, un riduzione della burocrazia.

E se anche noi professionisti provassimo ad imitarlo? Finora abbiamo solo copiato dalla politica, prendendone – tra l’altro – il peggio.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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