7 gennaio 2014

COMMERCIALISTI, ANNO NUOVO PROBLEMI VECCHI

A cura di Antonio Gigliotti

Appena chiuso il 2013, con le sue poche soddisfazioni e il pesante ingorgo fiscale, ci troviamo catapultati in un 2014 che si mostra già con una sequela di scadenze tutte poste nel mese di gennaio. Lasciamo un inferno per entrare in un altro! Alcuni di questi appuntamenti con il fisco sono conosciuti, in quanto ogni anno si presentano alla stregua di un rito; altri invece sono più inconsueti, non ne sappiamo ancora granché e questo è un vero e proprio problema, soprattutto per noi commercialisti. Neanche il tempo di riprenderci dal cenone di Capodanno che siamo stati subito braccati dal fisco, a partire dallo scorso due gennaio fino all’ultimo giorno di questo primo mese del nuovo anno saremo infatti costretti a rispondere a diversi e pesanti adempimenti di stampo tributario. E c’è chi ha ancora il coraggio di parlare di semplificazioni!

Anno nuovo, vita vecchia, quindi! E la realtà mostra, più di ogni altra parola, quanto poco ne sappiano i nostri illustri colleghi delle alte sfere e i politicanti di turno, che sembrano voler calmare gli animi minimizzando le difficoltà alle quali andremo incontro. Mi tacciano alla stregua di un populista solo perché questa realtà io la racconto, lanciando allarmi e raccogliendo il malessere di migliaia di colleghi. Ecco, non ho mire direttive, come qualcuno ha insinuato, pertanto stiano calmi che non rubo poltrone a nessuno, non rientra nei miei programmi. Mi limito a prendere atto degli ostacoli che incrocio nello svolgimento della professione e a portarli alla luce confrontandomi coi colleghi, quelli veri.

Pertanto, al fine di ricordare qualcuno degli appuntamenti di questo groviglio fiscale che si presenta a gennaio, preme segnalare che, come accennato, il valzer delle deadline è già iniziato giovedì 2 gennaio con la scadenza dei vari ravvedimenti per chi non ha pagato gli acconti di novembre. La medesima data raccoglie anche la scadenza della ‘porno tax’ e della cedolare secca. Poi il 10 abbiamo la scadenza del tutoraggio sui forfettini, mentre il 15 febbraio 2013 il ravvedimento per l'Iva non versata a dicembre. Nello stesso giorno incontriamo la scadenza per gli eredi delle persone decedute dopo il 16 febbraio 2013. Si arriva al 16 gennaio con la scadenza Iva dei mensili, ‘Tobin tax’ e Tares. Il 24 gennaio poi si ritorna a parlare di Imu, ma questa volta in “versione MINI”, il 27 invece avremo gli acconti e a seguire spesometro e comunicazione beni ai soci. Finisce così il primo mese di questo 2014 che promette bene per il fisco, ma male per i contribuenti e per i professionisti che li assistono.

DIREI CHE MEGLIO NON POTEVAMO INIZIARE!

Tuttavia, analizzando la situazione vien fuori che si potrebbero apportare non poche semplificazioni se solo si volesse e non ci sarebbe certamente bisogno di tecnici lunari o di menti raffinate al governo per capirlo. Un esempio per tutti è la cosiddetta Mini IMU. La soluzione ideale sarebbe quella che i vari uffici comunali calcolassero l’importo e mandassero direttamente ai contribuenti i bollettini precompilati, alla luce del fatto che i Comuni hanno tutte le informazioni necessarie sugli immobili in possesso dei cittadini. Chiediamo troppo? Come si può parlare di semplificazioni se poi neanche le cose possibili si realizzano? Per non parlare poi della nuova tassa nata dalla legge di stabilità, la cosiddetta IUC, che in sostanza contiene la vecchia IMU, ancora in vita sulle seconde case, la Tasi e la Tari. Immaginate un po’ cosa ci attenderà al varco, a giugno, per il calcolo di questa nuova tassa che sarà tripartita!

Per concludere, vorrei chiarire che non è affatto mia intenzione, in principio d’anno, affrontare la vita professionale con pessimismo. Tuttavia vorrei porre l’attenzione sul fatto che si potrebbe ripartire anche dalle piccole cose, come semplificare la procedura della MINI IMU. Ecco, se neanche le cose più piccole vengono semplificate, perché manca la volontà, cosa ci si può aspettare da quelle più grandi?

Eppure non dobbiamo demordere. Come scriveva l’intellettuale francese Romain Rolland, “anche senza speranza, la lotta è ancora una speranza”. Resistiamo, quindi, per continuare a sperare in un cambiamento.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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