8 dicembre 2013
8 dicembre 2013

COMMERCIALISTI E FISCO: LE SCHIFEZZE CONTINUANO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

giunti a questo punto penso che sia doveroso e onesto guardarsi intorno e prendere atto che siamo davvero arrivati al fondo. Siamo infangati in un pantano di adempimenti, scadenze e sanzioni che si intrecciano generando quel caos che ormai da tempo andiamo segnalando da queste pagine, rimanendo però tristemente inascoltati. Ora è tutto chiaro: dal pantano non ne usciamo più! Ci hanno spinti così in basso e non ci hanno neanche lasciato un salvagente che possa aiutarci nella risalita.

Nelle alte sfere pare che tutto taccia. Ma di un silenzio colpevole, quasi che riconoscessero la mancanza e non sapessero più che pesci prendere. Vergognoso! E mentre questo silenzio sornione prosegue, noi, sotto, schiacciati e oppressi, procediamo nella lunga lotta per la sopravvivenza. Quella nostra e quella soprattutto dei nostri clienti. Siamo abbandonati da tutti, gettati in un contesto che ci ha visti nascere dal punto di vista professionale, ma che stentiamo a riconoscere. Ogni giorno, prima di varcare la soglia dei nostri studi, facciamo il segno della croce pregando che ci venga concessa una giornata non peggiore di quella precedente. Preghiere, queste, che rimangono anch’esse inascoltate, perché giorno dopo giorno la situazione va deteriorandosi sempre di più. Nulla cambia se non per prendere una direzione peggiore, nonostante tutta la nostra buona volontà.

La categoria giace supina sull’inattività e sull’apatia. Noi commercialisti, artisti delle discussioni senza risvolto pratico, ci confrontiamo sull’opportunità o meno di scioperare, senza accorgerci che avremmo dovuto farlo prima, agli albori di questa impasse interna ed esterna che sta portando alla tomba la nostra professione. Ci siamo trasformati in passivi spettatori dei soprusi attuati da un Fisco sempre più vorace e sempre meno rispettoso del contribuente e dei professionisti.

Quante volte, dalle pagine di questo quotidiano, abbiamo sottolineato i continui ritardi ai quali sono soggette le disposizioni emanate dall’Amministrazione Finanziaria? Parole utili solo a far venire la gastrite a noi commercialisti, perché i fatti dimostrano come il Fisco, il governo, l’Agenzia delle Entrate proseguano comunque senza tener conto delle nostre obiettive e legittime recriminazioni. Ricordiamo tutti, immagino, la questione dello spesometro, quando a pochi giorni dall’invio è stata disposta una proroga/non proroga. Ebbene, lo hanno fatto un’altra volta. Il dodici dicembre, giovedì prossimo, vi sarebbe stata la scadenza per la comunicazione dei beni aziendali, in riferimento alla quale avevamo già segnalato le difficoltà, a causa di modelli e istruzioni, ancora carenti, rilasciati nei giorni scorsi. Ecco, a ridosso di questa deadline imminente, cosa fa il Fisco? Ma è chiaro! Affida la proroga fino al 31 gennaio 2014 a un comunicato stampa diffuso venerdì 6 dicembre! E anche qui, così come in precedenza per lo spesometro, non hanno più neanche il coraggio di chiamarla proroga, ma usano la meno imbarazzante (per loro) dicitura di Apertura del canale telematico!!

Ma possiamo davvero continuare ad andare avanti così?

È chiaro che non vi è alcun rispetto né per i contribuenti né per i professionisti che li assistono.

Ormai però questo sembra il modus operandi dell’Amministrazione Finanziaria. Quindi aspettiamoci qualcosa di simile anche per la scadenza Imu posta al prossimo 16 dicembre. Anche se già da come stanno messe le cose, non è che la situazione sia migliore, visto che abbiamo solo pochi giorni dalla pubblicazione dei regolamenti da parte dei comuni.

Ma dove vogliamo andare così facendo?

È chiaro che una categoria senza governance non ha quella forza necessaria per far sentire la propria voce, tuttavia ritengo sia un grossolano errore quello di far scorrere tutto, senza gridare il nostro dissenso.

Ancora una volta questi amministratori della cosa pubblica mi fanno pensare ai dilettanti allo sbaraglio di Corrado. Credo che lo studio televisivo della Corrida fosse la loro location ideale, non invece gli scranni del Parlamento e le postazioni nelle alte sfere della Pubblica Amministrazione. Questi sono infatti posti che occupano in maniera indegna.

A questo punto, pur non condividendo in toto la linea politica del Movimento 5 stelle, credo che su una cosa Grillo e i suoi abbiano ragione: questa gente se ne deve andare via. È ora di mandarli a casa. Stanno rovinando l'Italia e distruggendo una categoria professionale che era tra le più nobili... VERGOGNA!

Questa politica della paura, del caos, della confusione sta creando una situazione paradossale nella quale il disgusto ci allontana da ciò che realmente ci riguarda, lasciando che ‘loro’ siano liberi di manovrare lo Stato, gli adempimenti e infine le nostre tasche. E alla luce di ciò devo tristemente riconoscere che aveva ragione Paul Valéry, sostenendo che “la politica è l'arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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