12 gennaio 2014

COMMERCIALISTI... LA RIVOLTA PARTE DAL BASSO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
da quel lontano 2011, anno in cui siamo nati, ci siamo prefissati come unico obiettivo quello di dare voce alla categoria. Abbiamo quindi lasciato una via preferenziale soprattutto ai colleghi, alla base, a quelli che come me hanno vissuto e vivono dello studio, di F24, di contabilità semplificate ed anche di IMU. A quelli che sacrificano e hanno sacrificato tutto e tutti per la professione. A quelli che non sanno neanche cosa accade a Roma, non si interessano di lotte intestine per qualche poltrona. Insomma, a colleghi che vivono i problemi reali della categoria. E sono davvero tanti, ai quali non interessa chi sia il presidente, tuttavia pretendono che vi sia qualcuno a tutelarli, a proteggerli e a rappresentarli nei luoghi del potere. Non sono interessati ai nomi e alle liste, bensì ai ruoli che dovrebbrro essere assunti con dignità e consapevolezza.

Questi colleghi hanno un solo, semplice, desiderio: arrivare alla fine del mese riuscendo a mettere insieme quel tanto che basta a vivere e a far vivere in maniera discreta le rispettive famiglie. Colleghi che non solo vengono sfruttati dall'Amministrazione Finanziaria alla stregua di segretari senza stipendio, ma vengono altresì calpestati da altri 'colleghi', ben più interessati alle poltrone che alla vita di categoria. Infatti, siccome dalla politica abbiamo copiato tutto il peggio, durante le campagne elettorali dei vari ordini locali assistiamo al "ritorno" degli amici che con qualche pacca sulla spalla e due o tre promesse, in cambio del voto, si ricordano dei colleghi laboriosi che costituiscono la cosiddetta spina dorsale di questa nostra amata professione. È accaduto anche a me, che in un'analoga situazione mi sono ritrovato ad essere "richiesto", "usato", e poi scaricato perché non più utile. Ammetto di essere stato ingenuo, di aver creduto in un'amicizia che, a ben vedere, non c'era mai stata. Ora ho sicuramente qualche amico in meno tra i miei 'colleghi', tuttavia preferisco averne pochi ma veri.

Il quadro della nostra onorata categoria riflette quello devastato del Paese che, per quel che ci riguarda, è tristemente arroccato in cima a un sistema fiscale e normativo caotico e incerto, con scadenze dubbie e procedure addirittura inesistenti. Esempio concreto e quanto mai vicino a noi commercialisti e quello del capitolo Imu, sul quale mai avrei immaginato che saremmo arrivati a questo punto! Ma è proprio vero che al peggio non c'è mai fine. Purtroppo il risultato devastante è sotto gli occhi di tutti, nonostante i nostri governanti si affannino a dichiarare che tutto è a posto dimostrando di giorno in giorno la loro conclamata incompetenza, anche se spesso si tratti di tecnici e professori!

Il punto è che ci ritroviamo a subire torti sia nelle vesti di contribuenti sia in quelle di commercialisti. Tuttavia non è un disastro dell'ultimo anno, bensì qualcosa che va avanti ormai da circa un decennio. Siamo sfruttati dall'Amministrazione Finanziaria che pretende celerità e prontezza, senza dare in cambio né trasparenza né certezze. Pertanto noi, quelli della base, avremmo preferito che i nostri rappresentanti, piuttosto che darsi da fare per difendere le proprie aspirazioni, si fossero mossi per difenderci e tutelarci. Ma così, ahimè, non è stato! Che cosa dovevano proteggere, i nostri rappresentanti, se appartenevano (e appartengono) a quel risicato 10% di commercialisti ignari dei veri problemi vissuti nel lavoro di studio? Tant'è che hanno tutelato a spada tratta l'unica cosa sulla quale avevano dimestichezza: la casta.

A tal proposito, si era fatta largo una possibilità di fare sciopero. Purtroppo il tempo stringe e la situazione merita azioni ben più forti come l'iniziativa lodevole del collega di Messina, Francesco Vito che ha indetto lo sciopero della fame. Il collega è stato inizialmente deriso da alcuni esponenti della categoria, salvo esser poi seguito a ruota da altri più saggi e coraggiosi colleghi. Con questa forte azione i commercialisti chiedono rispetto, chiarezza e riconoscimento della propria dignità, sperando di riuscire ad ottenere per i propri clienti una maggiore dose di certezza in campo fiscale e normativo. Lo sciopero serve quindi a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica, e quei governanti che finora sono stati troppo distratti.

In qualità di commercialista e contribuente, sento di essere vicino a questi colleghi, incoraggiandoli nel cammino intrapreso e facendo del mio anche dalle pagine di questo quotidiano.

È infatti ormai arrivato il momento di agire! "Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura", scriveva il drammaturgo latino Publilio Siro. È questa l'ora, quindi, d'essere coraggiosi, perché se continuiamo a rimandare finisce che ne rimaniamo definitivamente oppressi!
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