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COMMERCIALISTI… OCCHIO ALLE CIRCOLARI DELL’AGENZIA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,

è proprio difficile oramai fare questa professione e la cosa che mi fa ancora più rabbia è l’assoluto vuoto che esiste intorno a noi. Leggi incomprensibili, adempimenti inutili o doppioni, responsabilità sempre più rilevanti e non proporzionali agli incassi che invece sono sempre più bassi… Tale è la fotografia che ci si presenta quotidianamente innanzi agli occhi.

Lo svolgimento delle nostre attività giornaliere si semplifica in una battaglia da combattere su due fronti: il primo, è quello che ci vede contrapposti a un Fisco sempre più esigente; il secondo, è invece il campo di battaglia nel quale siamo chiamati a districarci tra clienti che pretendono sempre di più senza esser in grado poi di onorare i nostri giusti e legittimi compensi. La via maestra, se così possiamo chiamarla, per venire fuori dall’intricato marasma di obblighi e adempimenti, è proprio l’Amministrazione Finanziaria e, nello specifico, l’Agenzia delle Entrate con le proprie circolari, i provvedimenti e le risoluzioni che diffonde a cadenza quasi giornaliera. Documenti sacri quanto la Bibbia per noi commercialisti, che però contrariamente a quanto accade con le Sacre Scritture spesso finiscono col dire tutto e il contrario di tutto. Una volta bisognava seguire il Legislatore. Oggi l’Agenzia fa le sue veci. E non è detto che assolva correttamente a questo compito!

È chiaro che non scrivo per sentito dire, ma riferendomi, carte alla mano, proprio alle produzioni dell’Agenzia. Nello specifico, vorrei porre l’accento sulla circolare n. 27 dello scorso 19 settembre 2014, evidenziando ancora una volta il contesto paradossale nel quale noi commercialisti siamo costretti a operare. Dunque, in occasione delle novità che hanno coinvolto il mod. F24 telematico per i soggetti privati, è puntualmente uscita la suddetta circolare con la quale l’Agenzia intendeva chiarire i dubbi sulle nuove modalità di pagamento del mod. F24.

Allora, se la memoria non m’inganna, da che mondo è mondo quando qualcuno vuol dare dei chiarimenti lo fa in termini più comprensibili rispetto a quanto precedentemente illustrato. Quindi, se oggi avvio un certo adempimento e domani mi accingo a chiarirlo, vuol dire che lo ripresento in maniera tale che i destinatari siano messi in grado di portarlo a termine senza alcun dubbio. In sostanza, è questo che significa sciogliere i nodi. Il punto è che alcune circolari dell’Agenzia, proprio come quella che ho poc’anzi citato, ci mandano dritti dritti verso le sanzioni in tema di antiriciclaggio. Perché? Ebbene, vediamolo nel dettaglio.

Nel parag. 4 della circolare si danno le istruzioni circa il pagamento del Mod. F24 telematico da parte di un soggetto che è impossibilitato a detenere un conto corrente. Uno scenario, questo, che noi commercialisti ben conosciamo, in quanto non sono pochi i clienti che non possono aprire un conto corrente, magari perché protestati o falliti: sono soggetti che già esistevano prima della crisi, ma dal 2008 si sono tristemente moltiplicati. La circolare spiega che questi soggetti, qualora debbano pagare una somma superiore a mille euro, potranno rivolgersi a un professionista (e qui entriamo in gioco noi!) che effettua il pagamento attraverso il proprio conto corrente.

Ecco, ipotizziamo che domani entri in studio un mio cliente appartenente alla fascia già citata. Questi deve pagare un ammontare di 1.400 euro, ma ovviamente non può farlo perché non ha un conto corrente. Così mi dà i contanti e io, con le spalle coperte dalle indicazioni della circolare 27/E/14, provvedo a effettuare il versamento. Fin qui tutto a posto. La circolare mi ha spiegato che è giusto così. Il mio cliente è contento perché ha assolto ai propri doveri senza incorrere nell’onere di doversi aprire un conto corrente e io non ci ho perso nulla, forse solo un po’ di tempo. Mai adempimento fu più semplice!! Quasi non ci credevo mentre leggevo la circolare. “No! Le Entrate che fanno qualcosa di semplice e comprensibile!”, mi sono detto stupito.

Purtroppo però, mentre ero soddisfatto d’aver compreso al primo colpo le intricatissime parole del documento, sono stato d’un tratto attanagliato da un dubbio atroce: “E come faccio io a giustificare i 1.400 euro che il cliente mi dà in contanti?”. Cioè, io fungo da intermediario e mi comporto da bravo scolaretto seguendo le indicazioni maestre dell’Agenzia, ma poi la Guardia di Finanza mi bastona perché quelle stesse indicazioni vengono meno alle norme antiriciclaggio. E sì, perché i 1.400 euro che ho intascato cash e che ho utilizzato per pagare l’F24 per conto del cliente, non posso giustificarli in alcun modo, in quanto sul punto la circolare non si esprime. Questo significa che, fra qualche mese, quando le Fiamme Gialle entreranno nel mio studio, nessuno mi salverà da una delle sanzioni previste per questo genere di comportamento, considerato poco chiaro ai fini dell’antiriciclaggio.

Ancora una volta siamo innanzi a un cane che si morde la coda!! Cosa avrebbe dovuto fare il povero contribuente? Ricordando che si tratta di un soggetto senza conto corrente, anzi che proprio a causa di tale caratteristica è stata emanata la disposizione, vediamo che non può agire diversamente da come ho ipotizzato. Non può fare un assegno. Non può fare un bonifico. Può solo portare i soldi e lasciare a noi commercialisti la patata bollente!!

A questo punto, la situazione è abbastanza chiara. Mi chiedo solo se chi scrive le circolari ha presente l’intero quadro! Credo proprio di no.

È vero che non fanno quasi niente per risollevare le sorti del sistema fiscale italiano, ma è anche vero che quando ci tentano finiscono solo per peggiorarlo!!! E io rimango basito, sconcertato. Disgustato. In riferimento a ciò, aderisco a pieno a quanto ebbe a scrivere Francesco Burdin, secondo il quale “l'uggia del ‘non accade nulla’ viene sempre sconfitta dal disgusto di ciò che finalmente accade”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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