4 aprile 2014

GENTILE CONTRIBUENTE...

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,

sono tanti i contribuenti che hanno ricevuto o riceveranno un questionario o una lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate con la richiesta di fornire chiarimenti su dati non chiari o per imposte e tasse non pagate.

Le missive iniziano sempre con un tono garbato, rivolgendosi al ‘Gentile Contribuente…’ come se si stessero porgendo gli auguri natalizi, eppure basta scorrere qualche riga per ridestarsi dal sogno e scoprire le paradossali richieste dell’Amministrazione Finanziaria.

A breve, dunque, circa 30/40 mila contribuenti saranno destinatari della suddetta lettera, relativamente all’anno 2009, per effetto del nuovo redditometro. Nella comunicazione l’Agenzia delle Entrate metterà in evidenza le incongruenze tra il dichiarato dal contribuente e le spese sostenute dallo stesso. A ben vedere, le lettere non saranno molte, se si considera che la platea dei contribuenti soggetti al nuovo redditometro è di circa 40 milioni, vuol dire che “uno su mille non ce la fa”, parafrasando la famosa canzone.

Ebbene, l’iniziativa che porterà avanti l’Amministrazione non è del tutto errata, nel senso che è giusto inviare la segnalazione a tutti quei soggetti che non hanno pagato, che hanno commesso errori o per i quali siano emerse incongruenze in relazione al nuovo redditometro. Non è questo che recrimino. Il punto sul quale vorrei far riflettere (e che, permettetemi lo sfogo, mi fa adirare) è che le richieste e gli avvisi bonari in alcuni casi risultano ingiustificati e ottengono come unico risultato la perdita di tempo ai danni del contribuente o del suo commercialista, tenendo presente che spesso quest’ultimo non può neanche pretendere il compenso per le ore spese al fine di verificare e far notare agli uffici che la richiesta non è dovuta. Altro elemento che non può passare in sordina è che in alcune circostanze queste lettere riguardano la regolarizzazione della posizione del contribuente per pochi spiccioli come il caso segnalatomi da un collega che mi ha girato una di queste lettere in cui si richiede al contribuente l’ importo, comprensivo di sanzioni e interessi, di 3,65 euro.

È assurdo! Sembra di essere vittime di qualche candid camera! Eppure è drammaticamente vero.

Tra l’altro, parlano di spending review e semplificazione, salvo poi spendere risorse ed energie per lettere, oltreché ruoli, per richieste di pochi euro! E non mi si dica che è tutto automatizzato, perché allora rispondo che le macchine vengono programmate, per cui non diciamo stupidaggini.

Dunque, prendendo atto di questa situazione, mi rivolgo al presidente Renzi, nonché ai nostri illustri colleghi che hanno l’onere e l’onore di sedere su poltrone di tutto rispetto, e chiedo se non sarebbe il caso di eliminare queste anomalie che si presentano come mere perdite di tempo.

Ma siamo seri! Si può emettere una cartella o inviare una lettera al contribuente per soli 3 euro? È come se avessi un debito di tre euro e per riscuoterlo ne spendessi il doppio, implicando anche per il mio debitore delle spese superiori a quelle che effettivamente mi deve.

Parlano di tagli, tuttavia pare che siano restii ad applicarli. Le forbici ci vogliono, ma l’attenzione e la verifica anche, pertanto serve altresì una buona dose di elasticità nel programmare sia i diritti che i doveri. Operare in maniera standardizzata può andare bene in certi settori, ma in altri rischia di far crollare l’intero sistema, perché una cosa è chiedere 500 euro, un’altra è invece chiederne 3 con le medesime modalità!

Questa situazione mi fa venire in mente delle parole attribuite al poeta inglese William Blake, “generalizzare equivale a essere idioti”.
E ho detto tutto!
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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