6 giugno 2012

Giro Giro tondo tutti giù per terra

A cura di Antonio Gigliotti

Correva l'anno 2011: la crisi mordeva ogni giorno di più, lo spread toccava livelli mai raggiunti e il rischio recessione era alle porte. L’immagine del Paese era ai minimi storici, così si è deciso di intervenire. Cambiare la rotta. A casa il Governo Berlusconi, avanti il super tecnico.

Dopo solo pochi mesi di illusioni, belle parole e tanti, ma tanti sacrifici, si torna con i piedi per terra e si scopre che lo spread non si è abbassato, la disoccupazione è salita, la ripresa non c'è stata e le tasse sono state fortemente aumentate.

Ultima drammatica notizia? Il rinvio di uno dei pochi provvedimenti che potevano fare veramente bene alle imprese, vale a dire la compensazione di debiti e crediti che le aziende hanno verso lo Stato.

Per non parlare del mancato incasso di 4miliardi e mezzo di euro che equivale al fallimento dei tecnici. In sostanza, secondo quanto comunicato dalla Ragioneria dello Stato, nei primi quattro mesi, le entrate sono state inferiori rispetto alle attese, nonostante gli aumenti delle imposte sui redditi, nonostante l'aumento di un punto dell'Iva, nonostante le nuove tasse su rendite finanziarie e altre ancora… Ciò vuol dire che se questo è l'andamento, quanto prima avremo certamente un'altra Manovra economica e gli italiani saranno ancora costretti a metter mano al portafoglio ormai vuoto.

La conclusione è che dopo solo sette mesi di cure dei vari esperti bocconiani, l'Italia sta peggio di quando al Governo ci stavano i politici.
È necessario, ora più che mai, che il premier con il loden e la sua squadra di tecnici scendano dalla cattedra e capiscano che non si è più all'università.

È molto, davvero molto preoccupante quanto emerso dalla relazione presentata dalla Corte dei Conti qualche giorno fa, nella quale si possono trovare, fra l'altro, diversi appunti alla nostra politica fiscale, in modo particolare al settore delle tasse.

Infatti, secondo quanto affermato in essa, il livello troppo elevato delle tasse indebolisce la domanda interna facendo diminuire i consumi.

Stessa tesi era stata affermata qualche giorno fa dal Governatore di Bankitalia che aveva dato conferma della troppo elevata pressione fiscale. Un peso non più sopportabile dagli italiani.
E allora mi chiedo, ma quando si capirà finalmente che bisogna invertire la rotta?

Certo, a sentire le dichiarazioni del premier non sembra ancora giunto il momento, avendo dichiarato, per il tramite di uno dei suoi ministri, che non c'è modo di allentare la morsa fiscale per via del terremoto che in questi giorni sta sconvolgendo l’Italia.

E allora dico che bisogna stare molto attenti, in quanto ci si sta addentrando nella fase in cui il meccanismo si rompe, come ebbe a dimostrare negli anni 70 Arthur Laffer, economista dell’università della South California, sostenendo che a un certo punto (di non ritorno) ogni tassa in più non produce il gettito sperato …........ e per quanto ci riguarda, alla rottura si è già arrivati.
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